Tariffe mai approvate da ARERA, aumenti inapplicabili e totale assenza di trasparenza: gli articoli 25 e 26 del D.Lgs. 201/2022 schiacciano la gestione agrigentina

C’è una legge.
Chiara, dettagliata, inequivocabile.
È il D.Lgs. n. 201/2022, che regola il servizio idrico e obbliga i gestori pubblici alla trasparenza totale, alla partecipazione sociale, alla pubblicazione degli atti e alla definizione delle tariffe solo previa approvazione dell’Autorità nazionale di regolazione.

E poi c’è AICA.
E poi c’è l’ATI Idrico di Agrigento.
Due enti che, numeri alla mano, non stanno rispettando la legge.


📌 Articolo 25 del D.Lgs. 201/2022: trasparenza obbligatoria

L’articolo 25 prescrive che il gestore del servizio idrico:

  • rediga e aggiorni la Carta dei Servizi;

  • pubblichi composizione delle tariffe, criteri di calcolo e investimenti;

  • renda accessibili i livelli di qualità, le performance, gli interventi fatti e quelli programmati;

  • mantenga un dialogo costante con le parti sociali e gli utenti, attraverso appositi tavoli.

Nulla di tutto ciò è stato fatto.

La Carta dei Servizi pubblicata da AICA non è aggiornata, non contiene i dati obbligatori, e soprattutto non riporta:

  • criteri tariffari,

  • qualità effettiva del servizio,

  • livelli di investimento,

  • andamento delle reti e dei depuratori.

La legge viene ignorata.
I cittadini non possono sapere per cosa stanno pagando.


📌 Articolo 26: tariffe valide SOLO se approvate da ARERA

Il decreto è inequivocabile:

Nessuna tariffa può essere applicata senza il provvedimento formale dell’Autorità di Regolazione (ARERA).

Ma ad Agrigento accade il contrario.

AICA e ATI hanno applicato:

  • +5,40 % di aumento a conguaglio per il 2024

  • +6 % di ulteriore aumento per il 2025

per un totale del +11,40 %, calcolato sulle tariffe 2023.

Peccato che le tariffe 2023 non risultino mai approvate da ARERA.

Significa una cosa sola:
gli aumenti non sono applicabili.
Sono privi di copertura normativa.
Sono contrari a legge.
E i cittadini stanno pagando più del dovuto, in assenza dell’atto vincolante dell’Autorità.


🔥 Mancano trasparenza, legalità, partecipazione

Il combinato disposto degli articoli 25 e 26 non lascia scampo:

✔ La trasparenza non è rispettata
✔ La Carta dei Servizi non è conforme
✔ Le tariffe non sono approvate
✔ Gli aumenti non possono essere applicati
✔ Non esiste alcun tavolo di consultazione con gli utenti
✔ Non risultano pubblicati piani di investimento coerenti
✔ Non è documentato il livello di qualità del servizio

Un quadro che non riguarda opinioni.
Riguarda leggi violate.


📣 Autorità nazionali informate

Le criticità indicate sono già state segnalate — formalmente — alle Autorità competenti, come previsto dalla normativa:

  • ARERA

  • Ministero

  • Prefettura

  • Commissioni regionali e nazionali

Il rischio è pesantissimo:
intero sistema tariffario illegittimo, con conseguente:

  • possibile sospensione degli aumenti,

  • possibile rimborso agli utenti,

  • possibili sanzioni per il gestore,

  • possibile intervento sostitutivo degli organi di vigilanza.


🕳️ La verità è semplice:

Il gestore del servizio idrico non può fare ciò che vuole.
Non può aumentare tariffe senza ARERA.
Non può nascondere gli atti.
Non può evitare il confronto con gli utenti.
Non può ignorare obblighi di trasparenza fissati da una legge nazionale.

Eppure, ad Agrigento, succede da anni.


🖊️ Report Sicilia non tace

Lo abbiamo denunciato lo scorso anno.
Lo denunciamo oggi.
Lo denunceremo domani.

Perché l’acqua è un diritto.
E i diritti non si amministrano nell’ombra.

Un servizio pubblico senza trasparenza non è un servizio:
è una gestione opaca che tradisce i cittadini.