La provincia di Agrigento passa dal 105° al 103° posto nella classifica 2025 della qualità della vita stilata da ItaliaOggi e Ital Communications: un lieve recupero che tuttavia non cambia lo scenario di fondo, che vede la provincia ancora tra quelle con le peggiori condizioni in Italia.
Questo dato acquista un significato ancora più inquietante in un anno in cui Agrigento si propone – o è stata proposta – come fulcro della cultura e dello sviluppo: la sua designazione come “capitale” culturale della Sicilia o addirittura italiana (a seconda dei contesti) avrebbe dovuto imprimere una svolta. Invece, la classifica segnala con chiarezza che il “rilancio” non ha ancora prodotto effetti tangibili per chi vive e lavora in provincia.
Cosa dice la classifica: piccoli passi, enormi lacune
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Il recupero di due posizioni può apparire come un segnale positivo, ma occorre valutare bene: dal 105° al 103° su 107 province è pur sempre restare nel fondo della graduatoria.
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Le dimensioni in cui ancora si segnala un forte ritardo sono molte: affari e lavoro, reddito e ricchezza, turismo, cultura – tutte categorie in cui Agrigento «resta giù» nonostante l’apparente miglioramento generale. Zazoom+1
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In particolare, come riportato da fonti locali, l’indagine sottolinea che in provincia di Agrigento la qualità della vita resta «giudicata buona o accettabile» solamente in 60 province su 107, e che il Sud e le Isole resistono penalizzate anche nel 2025.
Perché questo tema merita attenzione da “Report Sicilia”
Il lieve miglioramento non deve confondere: è una finta consolazione che rischia di far passare sotto silenzio le condizioni strutturali. Perché?
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Il contesto era favorevole: Agrigento ha grandi risorse naturali, archeologiche, culturali e turistiche. E anche un titolo di capitale culturale. Ci si aspetterebbe che queste potenzialità si traducano in un salto di qualità per i cittadini.
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Il risultato invece è modesto: salire di due posizioni è marginale, non sufficiente a invertire un trend negativo o a segnare una svolta.
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Il titolo culturale senza ricadute concrete: Se Agrigento è “capitale della cultura”, perché ancora arranca in affari & lavoro, reddito, valori sociali? Il gap tra prestigio esterno e vita reale interna appare enorme.
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Serve un racconto veritiero dei dati: Questo tipo di classifica offre elementi oggettivi – non opinioni – che vanno collegati alle responsabilità politiche, amministrative e gestionali: dalle infrastrutture al sociale, dal turismo al lavoro.
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Il “sistema Agrigento” non è fantasia: Come già abbiamo denunciato in articoli passati, esiste una rete di potere e gestione che favorisce logiche clientelari, inefficienze, uso improprio di fondi e risorse. Questi numeri ne sono, ancora una volta, la conferma.
Cosa non funziona (assieme alle prove)
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Il comparto Affari e Lavoro continua ad essere debole: imprenditorialità ridotta, lavoro sottopagato, pochi segnali di innovazione.
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Il Reddito e Ricchezza non decolla: redditi bassi, emigrazione dei giovani, poco risparmio.
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Il settore Turismo e Cultura – che potrebbe trainare la provincia – non ha ancora prodotto ricadute sulla vita quotidiana dei residenti.
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La qualifica di “Capitale della Cultura 2025” appare più come operazione mediatica che come documento di trasformazione concreta: cantieri fermi, servizi deboli, assenza di un progetto di lungo termine che coinvolga la comunità.
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Il miglioramento di due posizioni non può mascherare che la provincia è ancora tra le ultime tre in Italia: un segnale che ciò che si fa non basta.
Le responsabilità dell’amministrazione locale
In questo scenario, la responsabilità politica e amministrativa è centrale. L’amministrazione del Comune di Agrigento e della Provincia (o del libero consorzio) — insieme ai soggetti regionali — dovrebbero rispondere al perché delle seguenti domande:
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Perché non si è riusciti a trasformare il patrimonio culturale e turistico in qualità della vita diffusa?
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Perché i fondi e le risorse per la cultura, per lo sviluppo del territorio e per l’occupazione restano largamente non funzionali alla vita dei cittadini?
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Perché Agrigento resta ai margini della classifica nazionale anche quest’anno, nonostante gli annunci e i titoli di rilancio?
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Esistono piani di intervento chiari, misurabili, con obiettivi trasparenti e controlli indipendenti?
Se il titolo di “Capitale della Cultura” vuol significare qualcosa, “Report Sicilia” ritiene che debba tradursi in miglioramento reale della vita dei cittadini, non solo in cerimonie, passerelle e spese annunci.
Conclusione: due posti guadagnati non bastano
Il +2 posizioni nella classifica 2025 è un segnale minimo, quasi simbolico. Ma non è sufficiente.
Agrigento resta in fondo alla classifica della qualità della vita e, peggio ancora, resta lontana dall’idea di “rinascita” che il titolo di Capitale della Cultura avrebbe dovuto rappresentare.
Questo articolo non è una semplice critica: è un appello. Un appello affinché la provincia riconosca la serietà del ritardo, affronti le cause vere e predisponga un vero piano di riscatto, altrimenti anche il prossimo anno – e quelli successivi – si guarderà ancora la classifica senza poter guardare negli occhi i propri cittadini.
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