Nel capoluogo agrigentino uno dei cantieri più strategici dell’ultimo decennio, volto al rifacimento della rete idrica, è nuovamente travolto da una crisi interna. Il direttore dei lavori incaricato ha presentato le sue dimissioni, denunciando una lunga serie di criticità e inadempienze che — a suo avviso — stanno impedendo il regolare avanzamento dei lavori.
Secondo la lettera protocollata lo scorso 31 ottobre, il professionista contesta tra l’altro «l’inottemperanza dell’appaltatore agli ordini di servizio e diffide impartite dalla direzione dei lavori» e denuncia che «il committente, pur non condividendo l’inerzia posta in essere, non ha disposto l’immediato intervento sostitutivo a carico dell’appaltatore nonché la contabilizzazione in danno». In estrema sintesi: il direttore dei lavori sostiene che il cantiere sia bloccato da parte dell’impresa esecutrice e che il committente non stia attuando le misure previste dal contratto per tutelare l’interesse pubblico.
Dall’altra parte, il responsabile unico del procedimento (RUP) ha replicato contestando al direttore un «illecito professionale» e un «comportamento complessivamente non conforme ai principi di correttezza, lealtà e trasparenza». Il RUP accusa il professionista di aver più volte rassegnato dimissioni fin dal primo avvio dell’appalto — due al momento — motivando che «le ragioni formalmente addotte appaiono pretestuose e strumentali», e che la sua volontà sarebbe quella di sottrarsi alle responsabilità regolate dal contratto.
La porta girevole tra direzione lavori, RUP e impresa è la fotografia di una commessa che doveva essere fiore all’occhiello per la città, ma che rischia di restare ferma o rallentata, mentre i costi pubblici e i tempi si allungano.
A questo punto occorre chiedersi: chi paga il prezzo finale? È la città, i cittadini che attendono un servizio fondamentale. E soprattutto: quali verifiche sono state attivate dagli enti di controllo affinché tale complesso intervento non diventi un affare incompiuto o soggetto a maggiori costi a carico della collettività?
Dato il reiterarsi degli eventi — dimissioni, contrapposizioni formali, cantiere in difficoltà — appare evidente che la vicenda non sia affatto conclusa e che serva chiarezza totale su tempi, responsabilità e conseguenze.
Nel contesto, va ricordato che interventi di questa portata richiedono rigore nella gestione e trasparenza nell’azione pubblica, specialmente quando coinvolgono appalti, risorse e soggetti tecnici e amministrativi. L’attenzione rimane alta: la città vuole risposte — e non solo annunci.

