Immaginate l’Asp con tutte le sue professionalità specifiche, la polizia di Stato, la scuola, il mondo del volontariato e delle associazioni insieme, unite verso un obiettivo comune: prevenire i guasti causati dalle dipendenze e dagli stati di sofferenza della salute mentale. Bene, ad Agrigento e nella sua provincia dai prossimi giorni si passa dall’immaginazione alla pratica, grazie all’avvio della cosiddetta RReDD (Rete Regionale e Diffusa sulle Dipendenze), strumento interistituzionale di importanza cruciale per il trattamento delle problematiche legate alle dipendenze e alla salute mentale. In applicazione alla legge regionale 26 del 2024, l’azienda sanitaria agrigentina ha dato un’accelerazione all’iter di attivazione di questa vera e proprie rete di competenze sul territorio, coinvolgendo tutte le istituzioni presenti e a contatto con svariate realtà puntando molto sul mondo giovanile. Prevenzione prima di tutto, come ha sottolineato più volte il direttore generale dell’Asp Giuseppe Capodieci, con al fianco il direttore del dipartimento di Salute mentale dell’Asp Leonardo Giordano, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, alla quale hanno preso parte tutti gli “attori”, dai rappresentanti della Questura a quelli dell’ufficio scolastico provinciale, passando dagli esponenti del volontariato e dell’assistenza residenziale in provincia.
Basta fuffa, spazio alla concretezza


Ma, nel concreto, cosa verrà fatto? A Sciacca, in attesa che vengano ultimati i lavori in una struttura dedicata ad Agrigento, all’interno dell’ex foresteria dell’ospedale saccense dal 15 dicembre saranno disponibili 12 posti letto per quello che si definisce “centro di pronta accoglienza”, oltre ovviamente a tutto il piano di assistenza medico predisposto dal personale medico impegnato nel servizio. Dal primo dicembre verrà istituita poi una unità mobile che, su richiesta dei comuni agrigentini, si recherà nelle zone “calde” per fornire informazione e assistenza anche in caso di emergenze del momento. Nell’unità mobile opereranno tutte le figure necessarie ad affrontare le esigenze mediche e psicologiche che si verranno a manifestare. Uno degli obiettivi è offrire soluzioni alternative alle strutture come gli ospedali e gli stessi Sert, veri e propri avamposti nella gestione di vere e proprie “guerre” quotidiane, per la salute e sicurezza pubblica. All’interno delle scuole verranno istituite le cosiddette “antenne scolastiche”, rappresentate da docenti e genitori che segnaleranno alla cabina di regia della rete le situazioni che necessiteranno immediati interventi. Particolare riguardo sarà rivolto al mondo delle scuole medie, snodo cruciale nel processo di crescita non solo scolastico di ogni individuo. Tutto questo richiederà il potenziamento dell’organico in Asp, attraverso l’assunzione a tempo determinato (con bandi) di professionisti di vari settori e con l’utilizzo di personale già in servizio in Asp. Il tutto, con la speranza che questo lavoro possa aumentare il livello di attenzione sulle problematiche delle dipendenze e della salute mentale, soprattutto tra le nuove generazioni.

