Cosa non ha funzionato ad Agrigento?
Giuseppe Rosario, presidente di Noi Albergatori Siracusa, lo ha chiesto al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
“Ad Agrigento si attendevano oltre due milioni di visitatori, che sono mancati. Gli albergatori agrigentini confermano addirittura un calo di pernottamenti rispetto al 2024” leggiamo in una dichiarazione di Noi Albergatori Siracusa sul sito online ragusalibera.it.
Una osservazione che è sotto gli occhi di tutti e solo chi è in mala fede può dire che non sia un dato oggettivo.
E allora il presidente di Noi albergatori Siracusa chiede al presidente della Regione “Cosa non ha funzionato?”
Ci tiene a precisare che non ha intenti polemici: “ma solo il tentativo di capire, analizzare riflettere e pianificare insieme per evitare che ciò accada di nuovo e non farsi cogliere impreparati dalle nuove sfide del turismo che cambia”.
In una lunga e articolata lettera a Schifani, il presidente di Noi albergatori Siracusa guarda anche al futuro di città turistiche siciliane, come Agrigento: “A breve si concluderà la stagione turistica 2025, non certo brillante. L’imprenditoria alberghiera siciliana è molto preoccupata dell’instabilità dell’andamento turistico che influenzerà il 2026 e necessita di intravedere prospettive politiche chiare e nuove.
Il corposo calo degli italiani, avvertito quest’anno da tutte le destinazioni turistiche, continuerà anche per i prossimi mesi. Prospettive più rosee non riguardano nemmeno il turismo straniero.
In codesto scenario, la Sicilia non può farsi trovare impreparata dinanzi a competitor sempre più numerosi e agguerriti, che sperimenteranno come accaparrarsi la domanda dei mercati, offrendo ai viaggiatori infrastrutture modernizzate e servizi di qualità. Da qui la necessità di una nave robusta e ben equipaggiala per affrontare eventuali tempeste».
Dopo aver presentato una analisi bene dettagliata intorno alle trasformazioni del prossimo futuro nel settore turistico, Giuseppe Rosario, avanza anche delle interessanti proposte per il 2026, che suggerisce a Schifani. Tra questi anche proposte utilissime Agrigento: “Per citarne alcuni: “contrastare l’imperante abusivismo; garantire l’efficacia delle infrastrutture, intervenire sui cumuli di immondizia; stabilizzare la fornitura di acqua con regolarità in tutta l’isola: tutelare la sicurezza di residenti e viaggiatori, sollecitare l’Osservatorio regionale del turismo a mettere a disposizione di Comuni e albergatori le rilevazioni mensili dei flussi turistici”.
Da Siracusa arriva una lucida disamina del fallimento di Agrigento Capitale della Cultura. E arriva da un attento conoscitore del turismo siciliano. Non dovrebbero gli albergatori locali unire la propria voce a quella del presidente di Noi Albergatori Siracusa?
La lettera di Giuseppe Rosario al presidente della Regione Siciliana, non doveva partire da Agrigento innanzitutto e avere come mittente coloro che sono stati danneggiati dal fallimento di Agrigento Capitale della Cultura? Avrebbero potuto protestare in occasione della recentissima apparizione di Schifani ad Agrigento. Ma non risulta che qualcuno abbia colto questa occasione. Possiamo meravigliarci allore che Siracusa abbia nel turismo da sempre risultati migliori di Agrigento? Non possiamo che meravigliarci se nella città di Archimede gli operatori turistici non alzano abbastanza la voce contro le inadempienze della classe politica siciliana e nella città di Empedocle la loro voce è più flebile e la loro lettura della situazione e le loro proposte non sempre appaiono adeguate ai tempi.
Rosano nella lettera sottolinea ad esempio che “Nell’era della digitazione partecipare a infruttuose borse e fiere turistiche, sagre, eventi e mostre incapaci di generare business, diviene sperpero di denaro pubblico”.
E l’inefficacia è testimoniata dagli stessi buyer che fra l’altro, bocciano la straripante presenza di soggetti politici, che non parlano lingue straniere e zavorrano conoscenze che non hanno. Per evitare il paradossale rischio di sapere che il turismo c’è e conoscere dove intercettarlo, ma non avere la perizia per potenziarlo e gestirlo, inviti gli assessori regionali di Turismo e Cultura – chiede Rosano a Schifani – a uscire dall’Olimpo e recarsi a compattarsi con l’imprenditoria alberghiera di ogni singola città turistica, per postulare una nuova strategia di marketing turistico- culturale ed enogastronomico per gli anni futuri”.
Una denuncia che fotografa la situazione ad Agrigento dove troppo spesso si preferisce la partecipazione ad infruttuose “borse e fiere turistiche, sagre, eventi e mostre incapaci di generare business” ed anche, aggiungiamo, gemellaggi con paesi lontani (ultimo dei quali con la Corea del Sud, sic!) che non generano abbastanza business e diventano piuttosto troppo spesso sperpero di denaro pubblico, oltre al fatto che sono quasi sempre una passerella di politici, gravano in costi per viaggi e soggiorni (a spese dei contribuenti) e hanno quasi sempre solo un ritorno di immagine per alcuni e ben pochi benefici per il turismo locale.


