Un’inchiesta, coordinata dal Tenente Colonnello dell’Arma dei Carabinieri Gianluigi Marmora – figura di altissimo profilo e già protagonista di azioni determinanti contro la criminalità organizzata – ha ricostruito un sistema ramificato di traffico illecito di reperti archeologici in Sicilia che vede coinvolti ben settantaquattro soggetti indagati solo nel Catanese, con la possibilità di cinquantacinque provvedimenti restrittivi attualmente al vaglio della GIP Simona Ragazzi, su richiesta dei Procuratori aggiunti Fabio Scavone e Giovanni Gullo.
Un lavoro titanico, articolato in oltre quattromila pagine di informativa, che registra il grande apprezzamento dell’associazione “Extroart” fondata nel 1990 a Palermo con l’obiettivo di divulgare la conoscenza delle arti visive quali pittura, scultura, architettura, fotografia e musica.
L’associazione presieduta da Ludovico Gippetto esprime le più vive congratulazioni al Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Palermo e alla Procura della Repubblica di Catania per l’eccezionale risultato conseguito in una delle indagini più complesse e imponenti degli ultimi anni.
L’operazione ha messo in luce scavi clandestini, reti di tombaroli, ricettatori e canali internazionali fino a case d’asta a Londra e Monaco di Baviera, spesso inconsapevoli dell’origine illecita dei reperti.
Il PLAUSO DI LUDOVICO GIPPETTO
“Desideriamo ringraziare profondamente il Tenente Colonnello Gianluigi Marmora – dichiara Ludovico Gippetto – gli uomini e le donne del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo e l’intera Procura di Catania per la determinazione, la competenza e la capacità di ricostruire ogni tassello di un traffico che sottrae alla Sicilia non soltanto oggetti ma anche memoria, identità e futuro”.

Lo scorso 22 ottobre, Ludovico Gippetto ha consegnato un riconoscimento all’Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri a Palazzo Giustiniani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, in occasione di una prestigiosa cerimonia a cura di “Extroart”.
“Questo straordinario successo investigativo – prosegue l’ideatore del progetto “Wanted”, che da oltre trent’anni opera per sensibilizzare l’opinione pubblica contro i furti d’arte – è una vittoria per la Sicilia e per tutta l’Italia: il lavoro dei carabinieri del TPC e della Procura di Catania dimostra che il patrimonio culturale non è un bene silenzioso e dimenticato, ma un’eredità viva che abbiamo il dovere morale di difendere, perché ogni reperto salvato è un frammento di storia restituito alla collettività”.
“In qualità di estensore e ideatore del progetto ‘Wanted’ – afferma Ludovico Gipetto – considero questa indagine un esempio luminoso di come istituzioni, investigazione e cultura possano convergere verso un unico obiettivo: proteggere ciò che siamo”.
“A titolo personale – sottolinea – esprimo la mia gratitudine al Tenente Colonnello Gianluigi Marmora, professionista esemplare e amico nella battaglia quotidiana contro i ladri di memoria: la Sicilia è più ricca quando chi la difende non arretra di un passo”.
“Ribadiamo – continua – che la tutela del patrimonio è un pilastro fondamentale per il futuro dell’isola, che cresce solo se custodisce il proprio tesoro archeologico e artistico, troppo spesso dimenticato e vulnerabile”.
Come evidenzia il presidente, le Forze dell’Ordine svolgono un ruolo imprescindibile e il mondo dell’associazionismo culturale, come nel caso di “Extroart”, riconosce e sostiene con forza il loro impegno.
Nell’ambito di un percorso di cooperazione internazionale, l’associazione “Extroart” annuncia con orgoglio, inoltre, di avere recentemente inaugurato a Monaco di Baviera uno sportello informativo “Wanted”.
“Si rafforza così – conclude Ludovico Gippetto – la rete di monitoraggio e sensibilizzazione sul mercato europeo, uno dei principali snodi commerciali dove troppo spesso passano beni archeologici trafugati”.

