Agrigento – Il Governo regionale ha approvato un’ulteriore anticipazione di 20 milioni di euro all’AICA, suddivisa tra il 2026 e il 2027, spalmata su due esercizi finanziari. Una misura presentata come “salvataggio” ma che, di fatto, rappresenta un prestito che sarà restituito con aumenti tariffari e sovraccosti in bolletta. A pagare saranno ancora una volta i cittadini, mentre Comuni morosi e dirigenti inefficaci restano impuniti.
A denunciarlo sono le associazioni civiche del progetto “Tutti Insieme per una Città Normale”, che hanno inviato una nuova PEC e una nota stampa ufficiale al Presidente della Regione Renato Schifani, al nuovo Assessore regionale all’Acqua e Rifiuti Francesco Colianni, all’Assessorato alle Autonomie Locali, al Prefetto di Agrigento, alla Corte dei Conti e agli organi di controllo competenti.
“20 milioni di euro? Un finto regalo che nasconde un debito per le famiglie”
“Si parla di aiuto, ma è un prestito da restituire. E lo restituiranno i cittadini – spiegano le associazioni –. Con nuove tariffe, con rincari in bolletta, con un servizio che resta scadente nonostante milioni bruciati in operazioni tampone”.
Nel mirino delle associazioni anche la totale mancanza di un piano industriale, l’assenza di un bilancio approvato, le inadempienze dei Comuni soci, alcuni dei quali, pur con debiti verso AICA, continuano a organizzare sagre e festini.
Le richieste: commissariamento, trasparenza, stop sprechi
Con la PEC inviata oggi, le associazioni chiedono:
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Commissariamento tecnico dell’AICA per risanare l’azienda e tutelare i cittadini;
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Verifica ispettiva sui Comuni soci, per accertare responsabilità contabili e gestionali;
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Stop ad anticipazioni a fondo perduto senza garanzie e piani verificabili;
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Intervento dell’Assessorato alle Autonomie Locali per avviare procedure sanzionatorie e di scioglimento in caso di gravi inadempienze;
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Integrazione delle associazioni civiche nella cabina di regia regionale, come soggetto rappresentativo, super partes, da sempre attivo nel denunciare le criticità del sistema idrico agrigentino.
“Non chiamatelo aiuto, è un debito imposto ai cittadini”
“Ancora una volta – scrivono le associazioni – si tutelano le inefficienze amministrative, non i diritti degli utenti. Le anticipazioni regionali diventano ‘debiti di sistema’, i Comuni vengono sollevati dalle loro responsabilità e chi paga è la gente. È inaccettabile. Se AICA fosse un’azienda privata, sarebbe già stata commissariata”.
Una battaglia di verità e legalità
Il progetto civico Tutti Insieme per una Città Normale si fa portavoce di centinaia di cittadini che non accettano più di pagare per l’inefficienza, e chiede una riforma vera del sistema.
“Ora che la Regione ha deciso di anticipare 20 milioni in due anni, non c’è più tempo da perdere: serve un cambio di rotta, un controllo severo, e l’immediata rimozione di chi ha fallito. Noi non ci stiamo. E non staremo zitti.”

