Agrigento – “Serve una riforma, non (solamente) un prestito”.
Con queste parole la presidente della VI Commissione Consiliare del Comune di Agrigento, Roberta Zicari, interviene nel dibattito che ha seguito il salvataggio finanziario dell’AICA attraverso il fondo di rotazione regionale. Un intervento netto, ma allo stesso tempo propositivo, che mette l’accento sulle radici strutturali della crisi idrica che da mesi piega il territorio agrigentino.

Zicari parte da un punto chiaro: il fondo di rotazione non è un contributo a fondo perduto, ma un prestito. E in una società consortile come AICA – partecipata esclusivamente dai Comuni – quel prestito si trasforma automaticamente in un debito che ricadrà sulle spalle dei cittadini:
o attraverso i bilanci comunali,
o attraverso le bollette.

“Il problema viene posticipato, non risolto”, afferma la consigliera, sottolineando come questo intervento tampone non rappresenti una strategia, ma solo una dilazione del disastro.

“La Sicilia non può restare senz’acqua o pagare cifre insostenibili”

La presidente della VI Commissione entra nel merito politico del problema: la mancanza di una seria riforma del sistema idrico regionale. Una riforma che, dice, il governo Schifani continua a non portare in Aula, lasciando irrisolti tre nodi strutturali:

  • un ambito idrico e un sovrambito entrambi in difficoltà finanziaria;

  • un sistema di governance frammentato e inefficiente;

  • Comuni in salvaguardia che continuano a non cedere le reti.

Zicari richiama persino una frase recente del Presidente Schifani:
quando ha parlato della rimozione degli assessori DC come di un atto “dovuto, irrinunciabile e inevitabile”.

E allora si chiede – e chiede al Presidente – perché lo stesso rigore non venga applicato al sistema idrico, che è oggi la vera emergenza dell’Isola.

Trasparenza e responsabilità

Altro passaggio forte è quello legato alla trasparenza.
Zicari domanda come possa non essere considerata in contrasto con i principi di buona amministrazione una situazione che costringe intere province – come Agrigento – a vivere nell’incertezza, tra turnazioni estreme, disservizi continui e ora anche un indebitamento milionario che peserà sulle famiglie.

“Agrigento è a secco”, ricorda la consigliera, aggiungendo che oggi l’unica soluzione tampone per il territorio è proprio quella di indebitarsi. Una scelta che definisce ingiusta e insostenibile.

Un intervento politico… ma non troppo politico

Il dato più interessante di questo intervento, però, emerge in controluce.

Roberta Zicari scrive non come esponente di una forza politica, non schierandosi, non richiamando la sua appartenenza partitica. Firma da consigliera semplice, come cittadina istituzionale che parla alla Regione.

Una scelta comunicativa che molti hanno notato.
Un segnale? Un cambio di postura?
Un distanziamento dai partiti o un posizionamento in vista dei futuri scenari politici?

La domanda, legittima, rimane aperta.