I 220 dipendenti del Consorzio di Bonifica 3 Agrigento si preparano a vivere un Natale amaro, con solo una mensilità in arrivo e altri stipendi e tredicesima ancora nel limbo burocratico e nei meandri dei pignoramenti. La vertenza, ormai strutturale, racconta una storia di lavoro garantito ogni giorno sul territorio e di salari che arrivano, quando arrivano, con mesi di ritardo.
Una riunione, poche certezze
A Palermo, nella sede regionale, i dirigenti del Consorzio – il direttore generale e il responsabile del settore ragioneria – hanno annunciato il pagamento, “nei prossimi giorni”, della sola mensilità di settembre, promettendo che per ottobre “non dovrebbero esserci problemi”. Per novembre, dicembre e tredicesima, invece, tutto è rinviato all’adozione di decreti regionali che dovrebbero sbloccare i contributi straordinari legati alla sospensione dei ruoli per siccità. Finché questi atti non saranno firmati e le somme effettivamente accreditate, i lavoratori resteranno senza certezze e senza reddito pieno alle porte delle festività.
A pesare come una spada di Damocle è anche il pignoramento ancora pendente a carico del Consorzio, che potrebbe colpire proprio le somme destinate agli stipendi, vanificando sul nascere le rassicurazioni di queste ore. I sindacati avvertono che, se il pignoramento dovesse essere iscritto a ruolo, i conti dell’ente potrebbero bloccarsi nuovamente, precipitando i dipendenti in un ennesimo buco nero retributivo.
La voce dei lavoratori e dei sindacati
Flai Cgil e Filbi Uil, con i responsabili territoriali in prima linea, parlano apertamente di situazione “insostenibile” per famiglie che da mesi si barcamenano tra affitti, mutui, bollette e spese quotidiane senza l’entrata sicura dello stipendio. In altre note sindacali e assemblee permanenti, i lavoratori hanno denunciato che in passato si è arrivati ad accumulare fino a quattro-sei mensilità arretrate, con presìdi alla sede di Ribera e stato di agitazione proclamato. Non si tratta dunque di un’emergenza improvvisa, ma di un copione che si ripete con cadenza inquietante. Cgil e della Uil in una nota, dopo la riunione regionale, scrivono che: “ogni ulteriore mensilità resta subordinata a provvedimenti ancora non emanati e a risorse non nella disponibilità dell’Ente. Abbiamo inoltre richiamato l’attenzione sul pignoramento tuttora pendente che, qualora venisse iscritto a ruolo, potrebbe nuovamente bloccare i conti del consorzio, con l’ennesima ricaduta devastante sui lavoratori, che rischierebbero di rimanere senza stipendio per mesi”.
I rappresentanti dei lavoratori puntano il dito anche contro la scelta di parametrare ancora oggi il contributo regionale sugli standard del contratto di categoria del 2014, un meccanismo che genera ogni anno un “debito certo” dei consorzi nei confronti del proprio personale.
Non è la prima volta che il personale del Consorzio di Bonifica 3 si trova a vivere nell’incertezza: già in estate, diversi articoli segnalavano arretrati di quattro mesi e assemblee permanenti, segno che i ritardi di pagamento hanno assunto il carattere di una crisi cronica e non episodica.In estate, i dipendenti sono stati pagati con ritardo di sei mesi. Mentre dalla politica arrivano promesse di riforme complessive dei consorzi e di stabilizzazioni del personale, la realtà quotidiana è fatta di bonifici che non partono, decreti che non arrivano e tavoli convocati sempre “tra una settimana”.


