Oggi, 36 anni fa, la Gazzetta dello Sport titolava in prima pagina sulla tragedia consumatasi il giorno prima a Licata, durante la partita di calcio di serie B tra i licatesi e il nobile Torino. A perdere la vita fu un ragazzo siciliano, Franco Airò, decine furono i feriti, a causa del crollo di una tettoia adiacente allo stadio Liotta. Un passo ancora più indietro. Tra gli anni ottanta e primi novanta la squadra di calcio licatese emerse dal dilettantismo e diventò un trampolino di lancio per un giovanissimo Zeman, capace di vincere il campionato di C2 nel 1985. Tre anni dopo ci fu il salto tra i “cadetti”, griffato da mister Aldo Cerantola. Dopo la parentesi Papadopulo, tornò Cerantola, artefice della promozione in B, ma l’anno dopo però ci fu la retrocessione, nel 1990. Franco Airò aveva appena 24 anni. Il calendario raccontava 26 novemnte, nel catino del “Dino Liotta” di Licata arrivava il Torino, appena retrocesso dalla massima serie e candidato all’immediata promozione, come infatti poi avvenne. Tra i granata figuravano campioni come il portiere Marchegiani, Mussi e un giovanissimo Gigi Lentini.
Una tragedia che macchiò una giornata da sogno
Era il Licata del bomber Ciccio La Rosa e altri indimenticati eroi del calcio siciliano. I granata andarono in vantaggio con Policano. Lo stadio era tutto esaurito, come per ogni partita casalinga, i tifosi si accalcavano anche in situazioni di “fortuna”. Alcuni approfittavano del vicino palazzetto dello sport per gustarsi il match da posizione inusuale. Nei pressi del fabbricato c’era una tettoia con vista sullo stadio, divenne una tribuna abusiva e gremita. Nel secondo tempo il marchigiano Minuti segnò per il Licata il gol del pareggio. Il delirio. Nello stadio e soprattutto su quella tettoia tutti saltavano dalla gioia, ma la tettoia non resse e cedette. Bilancio: una ventina di feriti e Franco Airò portato in ospedale, gravissimo, in coma, prima di morire. La partita proseguì. Ma al risultato nessuno fece più caso, visto quello che accaduto. Una tragedia forse dimenticata, ma che a 36 anni di distanza merita di essere ricordata affinchè non abbia a ripetersi.

