busto pirandello

Lo scandalo della distruzione della Villa del Sole, trasformata in un enorme casermone in cemento armato, invece della struttura agile e in legno preannunciata dall’amministrazione comunale al consiglio comunale ha visto il proprio concepimento prima dell’era Miccichè. Il primo passo che nulla lasciava immaginare rispetto alla devastazione di questi mesi lo mosse l’allora giunta guidata dal sindaco Calogero Firetto, del quale uno degli assessori era – guarda caso – proprio l’attuale primo cittadino. Ma quale fu questo primo passo? Firetto non aveva abbattuto alberi o muri, ha “semplicemente” rimosso il busto in versione culturista, raffigurante Luigi Pirandello. Ne dispose il trasferimento dalla Villa a piazza Pirandello, davanti al palazzo municipale. “Spoglia a chiesa e vesti a sacristia”, recita un vecchio adagio popolare, ma la “chiesa” dopo essere stata spogliata di quello che era diventato un suo simbolo, è stata presa di mira dalla più grande “operazione” edilizia degli ultimi decenni ad Agrigento. Villa del sole era un punto di riferimento per coloro i quali volevano ritagliarsi un momento di relax, ma anche di attività agonistica, visto che c’erano anche spazi dove fare ginnastica e giocare.

Dopo Firetto venne Miccichè con la sua giunta e Firetto ottenne di diritto – essendo stato il candidato sconfitto nel ballottaggio – lo scranno in aula consiliare, diventando nella forma e in campo prettamente teorico il “capo” della opposizione. Quando si doveva votare sulla sorte della villa, Firetto si astenne, non votò con gli altri consiglieri che avallarono lo scempio. Solo dopo la sollevazione popolare innescata dai movimenti coordinati da Giuseppe Di Rosa, (è un dato di fatto certificato dalle cronache degli ultimi due anni) seguito dalle associazioni ambientaliste e – molto dopo – da alcuni partiti politici come il Pd, Firetto – quasi certo prossimo candidato a sindaco – ha manifestato pubblicamente la propria posizione critica, verso la devastazione della villa. Certo, non si può addebitare all’ex sindaco di Porto Empedocle e deputato regionale la colpa dello scempio che si deve attribuire agli “amministratori” degli ultimi cinque anni, ma di certo si può dire che sulla villa del sole nessuno (politici ed esponenti di istituzioni varie) può dichiararsi immune (come minimo) da critiche, mosse nell’esclusivo interesse della bellezza di una città depredata da troppi anni.

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