Gli incivili non si estinguono, le maestranze del Comune o di altri enti pubblici di competenza territoriale, compresi quelli di Anas si destano solo quando la situazione diventa insostenibile. Teatro di tutto ciò è come spesso raccontato da Report Sicilia la piazzola di sosta sulla Strada statale 640 in direzione Agrigento, nella quale anni addietro venne posizionata una immagine artistica del giudice Antonino Saetta, ucciso dalla mafia con il figlio Stefano nel settembre del 1988. In questo luogo che più di altri dovrebbe essere rispettato dagli automobilisti e curato da chi ne detiene la manutenzione, si ritrova gente senza spina dorsale, dedita all’abbandono di rifiuti di ogni genere e all’assolvimento delle principali esigenze fisiologiche. Una discarica in mezzo a un vespasiano, con l’immagine di Saetta a fare da inerme testimone di questo scempio. Quei sacchi neri abbandonati in questi ultimi giorni, insieme ad altri sacchi colorati, bottiglie di vetro, pannolini ed escrementi solido-liquidi sono qualcosa che lascia sgomenti. Dagli ambienti di chi si occupa della manutenzione di questo e altri luoghi simili si fa sapere che da parte loro l’attenzione alla pulizia non manca, ma che la colpa dello scempio sarebbe “solo” degli incivili. Vero, ma se un luogo del genere venisse tenuto sempre pulito, come si fa con le strade di ogni paese, qualche incivile potrebbe essere invogliato a non gettare la spazzatura come si trattasse di una discarica a cielo aperto. Pulito chiama pulito, sporco chiama sporco. Vedremo gli sviluppi della vicenda, in attesa di vedere quanto pattume andrà a raccogliersi prima che chi di dovere vada a bonificare. Nel rispetto di Saetta, della civiltà e del decoro pubblico.

