È un libro di grande attualità dal titolo assai significativo: “Le ville, i parchi e i giardini di Agrigento. Tra fatti e misfatti – quando il passato è sempre presente”. Attraverso una ricerca certosina, l’autore racconta il rigetto del verde pubblico per fare spazio al dio cemento. İn ordine di tempo si parte dalla storica villa Garibaldi per arrivare alla villa del sole. lungo un percorso ben definito sono riportate le vicissitudini delle altre ville comunali partendo dalle ville Maggiotto, Cavetta, Bonfiglio, Belvedere Arancio. L’ultimo capitolo è stato riservato all’abbandono del Parco dell’Addolorata. L’autore riserva molta attenzione ai personaggi ai quali il Comune ha intitolato le ville comunali a : Michele Lizzi, Calogero Casesa, Rosetta Romano, Giulio Bonfiglio, Antonino e Pietro Arancio, Gaetano Carraro, Giovanni Maggiotto. İl libro è arricchito di storiche fotografie e di immagini attuali sull’uso edilizio del verde pubblico. Testimonianze, atti pubblici, documenti, annotazioni storiche che attestano le varie e tristi vicende che hanno ruotato attorno allo scempio del verde pubblico della città. Prendendo in prestito le considerazioni di un noto docente universitario agrigentino il prof. Alfonso M Iacono nella premessa al libro di Lillo Miccichè “Girgenti-Le pietre della meraviglia aiutano il lettore a capire:” …Anche le città possono essere affette dalla malattia della memoria, ma queste sono sempre la conseguenza del cattivo rapporto che i governanti hanno con la città”. İnsomma un libro coraggioso e di valore storico per una città che nel silenzio accetta silenziosa senza reagire ai misfatti del suo territorio (vedi la frana del 19 luglio 1966) e magari condivide ogni opera devastatrice. È la scuola che deve intervenire insegnando che bisogna amare il verde e tutelare il paesaggio.

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