HANNO LA SOLUZIONE SOTTO IL NASO PERO’ MANTENGONO NEL BISOGNO I CITTADINI UTENTI

La provincia di Agrigento sta affrontando una delle più gravi crisi idriche degli ultimi anni, e la situazione sembra non trovare una soluzione immediata. Il territorio, già duramente provato da una gestione storicamente problematica delle risorse idriche, si trova ora a fare i conti con la scarsità d’acqua, che ha ripercussioni su cittadini, attività economiche e agricoltura. Di fronte a questa situazione di emergenza, il Codacons – la più grande associazione nazionale a difesa dei consumatori – si mobilita per chiedere misure concrete e immediate.

Requisizione della Sorgente Santa Rosalia: una soluzione necessaria e urgente

Il Codacons, attraverso il suo Dipartimento Regionale per la Trasparenza negli Enti Locali, guidato dal responsabile Giuseppe Di Rosa, ha avanzato una proposta che potrebbe essere risolutiva nel breve termine: la requisizione temporanea della Sorgente Santa Rosalia, situata sui Monti Sicani nel territorio di Santo Stefano Quisquina, in provincia di Agrigento. Questa sorgente, da cui sgorga acqua pura in un territorio incontaminato, ha una capacità produttiva di circa 600 litri al secondo, una quantità che potrebbe tranquillamente alleviare la sete della popolazione agrigentina.

Attualmente, l’acqua della sorgente è gestita per fini industriali da uno stabilimento di imbottigliamento su concessione della Regione Siciliana. Tuttavia, secondo il Codacons, di fronte alla gravità dell’attuale crisi idrica, è legittimo proporre una requisizione temporanea della risorsa, almeno fino alla fine dell’emergenza. Questo permetterebbe di utilizzare una risorsa di vitale importanza per garantire l’approvvigionamento idrico ai cittadini, senza compromettere in modo permanente gli interessi industriali, prevedendo un eventuale risarcimento per l’azienda che attualmente gestisce l’impianto.

La dichiarazione dello stato di emergenza idrica

Di Rosa ha sottolineato che il recente decreto di dichiarazione dello stato di emergenza idrica, emanato per affrontare il deficit in corso, offre un quadro legale chiaro per procedere con misure d’urgenza. A tal proposito, il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, dovrebbe farsi promotore di una richiesta formale di requisizione al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, con il supporto del dirigente della Protezione Civile, l’ingegnere Salvatore Cocina. La collaborazione tra enti locali e regionali appare indispensabile per affrontare efficacemente una situazione che non può più essere rimandata.

Il ruolo del Codacons nella difesa dei consumatori

Il Codacons, in qualità di associazione nazionale a tutela dei diritti dei consumatori, ha dichiarato che farà tutto il possibile affinché la questione venga risolta entro la prima decade di settembre. L’urgenza di un’azione concreta è ormai improrogabile, e il Codacons si impegna non solo a mantenere alta l’attenzione sulla problematica, ma anche a fornire informazioni trasparenti ai cittadini e a fare pressione sulle istituzioni.

Secondo Di Rosa, “Agrigento e la sua popolazione non possono più attendere: è tempo di agire”. Il Dipartimento Regionale per la Trasparenza negli Enti Locali sta inoltre raccogliendo ulteriori informazioni e documentazioni sulla gestione delle risorse idriche, al fine di denunciare eventuali inefficienze o mancanze nella gestione pubblica delle risorse. Non è escluso che, nel caso in cui le istituzioni non dovessero rispondere in tempi brevi, il Codacons possa valutare azioni legali per garantire che i cittadini vedano riconosciuto il loro diritto all’acqua potabile.

Un appello alle istituzioni: garantire il diritto all’acqua

La proposta del Codacons non riguarda solo la temporanea requisizione della Sorgente Santa Rosalia, ma anche una più ampia riflessione su come viene gestita l’acqua in Sicilia. La Regione Siciliana, in questo momento cruciale, deve assumersi la responsabilità di garantire l’accesso a questa risorsa fondamentale. Nonostante non ci siano, a detta delle autorità competenti, problemi economici per affrontare la crisi, è evidente che sono necessarie azioni straordinarie per risolvere la situazione.

L’acqua è un bene pubblico e come tale deve essere trattata. Il Codacons continuerà a monitorare la situazione, sollecitando le istituzioni affinché intervengano con tempestività, e ribadisce che, se non verranno presi provvedimenti adeguati, la popolazione agrigentina potrebbe affrontare una crisi idrica ancora più profonda nei mesi a venire.

Conclusioni

La crisi idrica in Sicilia, e in particolare nella provincia di Agrigento, è un’emergenza che non può più essere ignorata. Il Codacons, con la sua proposta di requisizione temporanea della Sorgente Santa Rosalia e la richiesta di una maggiore trasparenza nella gestione delle risorse idriche, punta a ottenere risultati concreti per il bene della comunità. Agrigento ha bisogno di risposte immediate, e la politica, sia locale che regionale, ha il dovere di intervenire senza ulteriori esitazioni.

Un pensiero su “Crisi Idrica ad Agrigento: Codacons Chiede la Requisizione Temporanea della Sorgente Santa Rosalia per Affrontare l’Emergenza”
  1. La proposta di “requisizione” dei pozzi Nestlè non è una soluzione perché interferiscono anch’essi [in quanto vicini ai pozzi ex Montecatini] con le riserve idropotabili della sottostante sorgente “Capo Favara”, finendo con il collassare l’approvvigionamento del paese che conta ormai solo su quella sorgente [a fronte dei 450/600 litri sec. che già da quel bacino imbrifero vengono condotti ad Agrigento e provincia].
    Quei “pozzi Nestlè Montecatini” in realtà, se ci fosse davvero giustizia e razionalità andrebbero chiusi perché la concessione [nonostante le proteste civiche] fu data [imposta] dalla Regione nella consapevolezza [prima negata e poi ammessa] che il bacino era unico e l’azione di sfruttamento nociva agli stessi equilibri idrogeologici che ancora oggi debbono essere tutelati se vogliamo ancora vedere un futuro per quella risorsa comune.
    Ergo: requisire temporaneamente la risorsa in concessione alla società privata (ammesso che sia possibile) avrebbe senso solo se ci si attiene [per emergenza] al limite dei 20 litri oggi concessione, ma se si dovesse superare quel limite equivarrebbe ad un gesto di vera e propria razzìa politica.

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