Presunti abusi edilizi alla stazione dei bus TUA-SAIS: la società smentisce la Soprintendenza, ma emergono nuove questioni ambientali

Continua a far discutere la questione dei presunti abusi edilizi legati alla stazione dei bus di viale Emporium, gestita dalla TUA-SAIS ad Agrigento. In una nuova svolta della vicenda, i legali della società di trasporti hanno rilasciato una nota in cui contestano fermamente le affermazioni della Soprintendenza di Agrigento, che aveva recentemente denunciato l’assenza di autorizzazioni per i lavori svolti nella struttura, compresa la costruzione di parcheggi e serbatoi di carburante.

Secondo la Soprintendenza, l’ente non avrebbe mai rilasciato alcun nulla osta per tali interventi, ma la replica della TUA-SAIS non si è fatta attendere. La società sostiene di avere in mano tutti i documenti necessari per dimostrare la piena regolarità delle operazioni, affermando che i progetti sono stati esaminati e approvati non solo dalla Soprintendenza, ma anche dai Vigili del Fuoco e da altre autorità competenti. “Se alla Soprintendenza sono erroneamente sfuggiti gli atti dove espressamente si indicavano i progetti autorizzati, sarà premura e cura dell’azienda esibirli in sede di convocazione” – dichiarano i legali della società.

Ma la questione non si ferma qui. Un altro aspetto controverso riguarda i “presunti sbancamenti all’argine del fiume”, un’operazione che, se confermata, costituirebbe un grave reato ambientale, con implicazioni potenzialmente devastanti per l’ecosistema locale. Su questo punto, la TUA-SAIS si difende precisando che tali operazioni non sarebbero state condotte dalla società di trasporti, bensì da veicoli comunali, le cui targhe sarebbero state riprese in più occasioni.

Questa ulteriore precisazione getta una luce inquietante sulla situazione, poiché il coinvolgimento di mezzi comunali solleva nuovi interrogativi su chi stia effettivamente eseguendo queste operazioni di sbancamento, e soprattutto su quali basi legali o autorizzative siano state condotte. Se confermato, si tratterebbe di un grave caso di abuso edilizio e ambientale, con responsabilità da chiarire tra il settore pubblico e privato.

A questo punto, l’intera vicenda sta assumendo connotati sempre più complessi. Da un lato, la Soprintendenza di Agrigento insiste sull’irregolarità dei lavori, e dall’altro, la TUA-SAIS difende la sua posizione, sostenendo la regolarità dei permessi. Ma ciò che desta ulteriore preoccupazione è l’accusa relativa alle operazioni ambientali illegali, che se non chiarite rischiano di trascinare in uno scandalo non solo la società di trasporti, ma anche l’amministrazione pubblica locale.

La vicenda sarà ora oggetto di un approfondimento legale, con una convocazione già predisposta, come affermano i legali della società, per chiarire quanto prima ogni aspetto della questione. Tuttavia, rimane una domanda: come è possibile che un’opera di tale portata, che coinvolge strutture e aree di notevole rilevanza paesaggistica e ambientale, sia circondata da così tanta incertezza sulle autorizzazioni?

Solo ad Agrigento, sembra, può verificarsi una situazione in cui un ente pubblico denuncia la mancanza di nulla osta per lavori che, invece, sono difesi da chi viene accusato di averli eseguiti. Nel frattempo, la deviazione del fiume rappresenta un crimine ambientale di enorme gravità, che richiederà approfondite indagini e una chiara presa di responsabilità.

Report Sicilia continuerà a monitorare la vicenda, garantendo ai lettori un costante aggiornamento su uno dei casi più discussi degli ultimi tempi.

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