La città di Agrigento, che si prepara a diventare Capitale Italiana della Cultura nel 2025, sembra però essere drammaticamente indietro su molti servizi essenziali. Una storia emblematica arriva dal Monastero di Santo Spirito, una delle mete turistiche più visitate della città. Alcuni turisti, dopo aver fatto tappa in un atelier locale, hanno deciso di visitare il monastero. Tuttavia, non avendo con sé contanti, non hanno potuto acquistare i biglietti d’ingresso, poiché la struttura, apparentemente gestita dal Comune, non accetta pagamenti elettronici come carte o PayPal. Una situazione paradossale per una città che dovrebbe essere pronta ad accogliere flussi turistici significativi in vista dell’importante evento culturale del 2025.

Fortunatamente, il proprietario dell’atelier, per evitare che i turisti andassero via senza poter visitare il luogo, ha deciso di dare loro i soldi in contanti, permettendo loro di entrare. Il gesto, seppur lodevole, sottolinea una grande lacuna nei servizi offerti dalla città, che è ben lontana dagli standard attesi da una Capitale della Cultura.

Una Città Ferma al Passato

Il caso del Monastero di Santo Spirito non è un episodio isolato. Agrigento soffre di una serie di inefficienze gestionali che coinvolgono vari settori, dai trasporti ai servizi essenziali. Il parcheggio pluripiano, che potrebbe rappresentare una soluzione per il traffico turistico, è un altro esempio di come la città sia lontana dal rispondere alle esigenze di chi la visita. Anche la gestione della tassa di stazionamento per i pullman, che spesso viene evasa, rappresenta un buco nelle casse comunali che si aggira intorno a 1 milione di euro annue.

La giunta comunale, guidata dal sindaco Franco Miccichè, sembra essere più concentrata su eventi e festeggiamenti piuttosto che sulla reale amministrazione della città. In un contesto in cui l’amministrazione dovrebbe mostrarsi pronta a sostenere e migliorare i servizi pubblici, emerge invece una gestione caotica, priva di visione e di efficienza.

Agrigento, davvero Capitale della Cultura?

Agrigento ha ottenuto un titolo prestigioso con la nomina a Capitale Italiana della Cultura 2025, ma l’incapacità di dotare luoghi di interesse come il Monastero di Santo Spirito di servizi moderni e funzionali, come i POS, evidenzia una situazione di arretratezza che mette in imbarazzo non solo l’amministrazione locale ma l’intera immagine della città.

Nel 2025, Agrigento sarà sotto i riflettori di tutto il mondo, e sarà fondamentale garantire che i servizi essenziali siano all’altezza delle aspettative. L’incapacità di gestire le piccole, ma cruciali, esigenze quotidiane dei turisti, come la possibilità di pagare con una carta, potrebbe rappresentare un grande passo indietro in termini di sviluppo e promozione del turismo.

In un’epoca in cui la tecnologia permette pagamenti elettronici ovunque, persino nei più piccoli borghi, Agrigento, città che si appresta ad accogliere migliaia di visitatori per il suo ruolo culturale, è ferma al contante. È arrivato il momento che la giunta comunale inizi a pensare ai reali bisogni dei cittadini e dei turisti, al di là delle feste e delle cerimonie.

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