Si chiude con un’assoluzione piena, ai sensi dell’art. 530 del Codice di Procedura Penale, il processo a carico di dieci autisti della Tua Agrigento, accusati di truffa e interruzione di pubblico servizio. Il tribunale di Agrigento, presieduto dal giudice monocratico Agata Genna, ha stabilito che il fatto non sussiste, accogliendo le richieste della difesa e scagionando tutti gli imputati con ampia formula assolutoria.

Gli autisti coinvolti nell’inchiesta sono Maurizio Camilleri, Giuseppe Donisi, Giuseppe Trupia, Michelangelo Nasser, Maurizio Buttigè, Giuseppe Danile, Vincenzo Falzone, Andrea Russo, Angelo Vaccarello e Giuseppe Lattuca. Nei confronti di cinque di loro il pubblico ministero Salvatore Caradonna aveva richiesto una condanna a un anno e tre mesi di reclusione, ma il tribunale ha rigettato l’accusa.

Un processo nato da una denuncia interna

Le indagini avevano avuto origine nel 2017 a seguito di una segnalazione della stessa azienda di trasporto pubblico, che aveva evidenziato presunte irregolarità nella vendita dei biglietti. La Tua aveva incaricato un investigatore privato di monitorare i comportamenti degli autisti, portando all’accusa di vendita irregolare di titoli di viaggio e mancata registrazione degli incassi. Tuttavia, le prove presentate dall’accusa non sono state ritenute sufficienti a dimostrare il presunto comportamento fraudolento.

Secondo l’ipotesi accusatoria, gli autisti avrebbero venduto a bordo dei mezzi pubblici biglietti di tariffa A, acquistabili solo presso le rivendite autorizzate, applicando la tariffa maggiorata prevista per i titoli venduti sul bus (tariffa B). Inoltre, sempre secondo l’accusa, le vendite non sarebbero state registrate correttamente, con la possibilità che alcuni biglietti fossero stati ceduti più volte per lo stesso viaggio. Anche le ipotesi di interruzione di pubblico servizio, legate a presunte deviazioni del percorso e omissioni di fermate programmate, non hanno trovato riscontro durante il processo.

Una vicenda ancora aperta sul fronte lavorativo

Al di là del procedimento penale, la vicenda ha avuto ripercussioni anche sul piano lavorativo. In seguito all’inchiesta, i dieci autisti erano stati licenziati dall’azienda, salvo poi essere reintegrati dal tribunale di Agrigento, che aveva giudicato illegittimi i provvedimenti adottati dalla Tua. Successivamente, la Corte d’Appello aveva ribaltato tale decisione, ma la Cassazione ha annullato la sentenza con rinvio. Il contenzioso tra le parti è ancora aperto e continua a essere oggetto di dibattito tra l’azienda e le organizzazioni sindacali.

Nei prossimi mesi si attendono ulteriori sviluppi sul fronte lavorativo, mentre l’assoluzione definitiva nel procedimento penale rappresenta un punto fermo in favore degli autisti coinvolti. Resta da vedere se l’azienda manterrà la propria posizione o se vi saranno nuovi spiragli per una risoluzione condivisa del contenzioso.

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