Nella nostra amata Agrigento, città candidata a Capitale Italiana della Cultura 2025, manca un servizio essenziale: i bagni pubblici. E non solo: quelli esistenti sono abbandonati o utilizzati come depositi di cianfrusaglie comunali, mentre i bagni chimici sono un miraggio.

Il paradosso dei bagni autopulenti
Tre anni fa il Comune ha acquistato due bagni autopulenti per la modica cifra di 150.000 euro. Sapete che fine hanno fatto? Mai visti. Sono spariti nel nulla, come un’illusione amministrativa.

Una città senza servizi per i cittadini (e per i turisti)
In una città che si vanta di essere meta turistica di livello internazionale, non avere bagni pubblici è un’assurdità. La satira di Sergio Criminisi coglie nel segno: “Una città senza cessi pubblici è un cesso di città!“.

E se, come tanto sbandierato, dovessero davvero arrivare milioni di turisti? Quali alternative propone il Comune? Forse ci si aspetta che la gente utilizzi i locali privati o si arrangi come può. Uno scenario indecoroso e degradante.

Agrigento Capitale della Cultura o Capitale del Disagio?
Questa situazione non è solo una vergogna, ma l’ennesima dimostrazione dell’incapacità amministrativa. Ci sono soldi per eventi e festeggiamenti, ma non per garantire servizi essenziali ai cittadini e ai turisti.

Noi aspettiamo le risposte (e i bagni). Intanto, attenderemo con trepidazione i commenti degli “antidetrattori”, quelli che difendono l’indifendibile.

Nel frattempo, Agrigento resta un cesso… senza cessi!

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