La Svizzera è al centro di un dibattito acceso dopo l’introduzione dei confessionali gestiti dall’Intelligenza Artificiale.
Una novità che sta scuotendo il mondo cattolico e che ha spinto Riccardo Gaz a confrontarsi con Don Giulio Mignani, il sacerdote noto per la sua schiettezza e per essere stato allontanato dalla Chiesa proprio a causa della sua indipendenza di pensiero.
L’IA nei confessionali: innovazione o eresia?
Il nuovo sistema sperimentale prevede l’uso di algoritmi avanzati capaci di ascoltare e interpretare le confessioni, fornendo una risposta automatizzata basata su principi dottrinali e scritture sacre. Se da un lato la tecnologia promette un’esperienza sicura e anonima, dall’altro solleva profonde questioni etiche e teologiche.
Don Giulio Mignani: “La fede è un dialogo umano, non un’interazione con un software”
Interpellato sul tema, Don Giulio non ha esitato a esprimere il suo dissenso:
“Se la Chiesa è già spesso criticata per il suo distacco dai fedeli, questa scelta non fa altro che allontanarla ulteriormente. La confessione non è solo un atto di pentimento, ma un incontro umano, fatto di ascolto, comprensione e guida spirituale. Un algoritmo può forse comprendere davvero il peso di un peccato? Può consolare chi soffre? No, perché manca l’elemento fondamentale: l’anima.”
L’allontanamento dalla Chiesa e il valore della sincerità
Don Giulio è stato allontanato dalla Chiesa per le sue posizioni spesso controcorrente, la sua voglia di esprimersi senza filtri, senza l’ipocrisia che talvolta si ritrova nei contesti ecclesiastici. Eppure, oggi la sua voce sembra più attuale che mai: in un’epoca dominata dalla digitalizzazione, è davvero questa la strada che la Chiesa vuole percorrere?
Verso una Chiesa sempre più tecnologica?
L’esperimento svizzero potrebbe aprire la strada a una Chiesa sempre più tecnologica, ma a quale prezzo? Per Don Giulio, il rischio è quello di perdere il valore autentico della fede e del rapporto umano tra il fedele e il sacerdote.
Gaz chiude il suo intervento con una riflessione amara: “Forse il futuro della Chiesa non è l’IA, ma il ritrovare il senso della comunità e della vera vicinanza ai fedeli.”


