AGRIGENTO – Non più solo un’ipotesi circolata nelle riunioni con i sindaci: adesso arriva anche la nota ufficiale della presidente del CdA di AICA, Danila Nobile, pubblicata direttamente sui suoi canali social. Il progetto, battezzato con il nome evocativo “Acqua degli Dei”, mira a trasformare l’acqua che oggi si perde nelle reti in una risorsa economica capace di alleggerire le bollette delle famiglie.
Nobile chiarisce subito un punto: “le tariffe idriche non vengono decise da AICA, ma dalla Regione Siciliana secondo i criteri fissati da ARERA”. Da qui la proposta: imbottigliare acqua di sorgente che altrimenti andrebbe dispersa, microfiltrata e confezionata attraverso accordi di co-packing con aziende già autorizzate, senza dunque costruire nuovi impianti o gravare con costi aggiuntivi sulla società consortile.
L’obiettivo dichiarato è quello di destinare parte degli utili alla riduzione delle bollette e al finanziamento di manutenzioni straordinarie della rete idrica. “Ogni bottiglia prodotta significherebbe meno costi sul servizio idrico e, col tempo, bollette più leggere per le famiglie”, sottolinea la presidente.
Il nome scelto – “Acqua degli Dei” – richiama esplicitamente la Valle dei Templi e l’identità culturale del territorio. Un brand che, nelle intenzioni, dovrebbe diventare simbolo di orgoglio oltre che di risparmio.
Non sono però mancate le perplessità: alcuni sindaci hanno ritenuto non fosse il momento opportuno per avviare un’iniziativa del genere, in un contesto di forte crisi idrica e disagi quotidiani per i cittadini. Per questo la stessa presidente ha scelto di rinviare, “con rispetto e responsabilità”, la discussione ad un momento più favorevole.
Resta dunque sul tavolo un progetto che, almeno sulla carta, promette innovazione e risparmio, ma che inevitabilmente alimenta il dibattito: è davvero questa la priorità per il territorio, mentre interi quartieri restano senz’acqua e i cittadini devono ricorrere a bidoni e autobotti per approvvigionarsi?
La polemica è destinata a proseguire, e ora corre sui social, dove AICA ha scelto di presentare la sua proposta: un segno dei tempi in cui la comunicazione passa sempre meno per i canali tradizionali e sempre più per la logica degli influencer istituzionali.

