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Agrigento 2025: cultura dell’ascolto o banchetto di potere?

Agrigento, “La cultura dell’ascolto” chiude… con un banchetto per pochi: la cultura del mangiare

AGRIGENTO – Ieri sera, presso il Teatro dell’Efebo, si è concluso il terzo e ultimo appuntamento del progetto “La Cultura dell’Ascolto”, con un evento che ha visto pochi spettatori e molti piatti serviti. Una serata che doveva rappresentare l’apice dell’incontro tra suono e città, si è trasformata – purtroppo – nell’ennesimo banchetto per addetti ai lavori, tra prelibatezze, vini e presenze istituzionali.

E mentre la città è alle prese con emergenze reali – dalla crisi idrica all’abbandono dei disabili senza servizio ASACOM – la narrazione ufficiale continua a proporre eventi vuoti, brochure patinate e titoli roboanti.


Tre eventi, 238.000 euro: il bilancio è impietoso

Il progetto, come già documentato da Report Sicilia, è costato 238.000 euro e comprendeva tre eventi principali:


Platee vuote, pance piene

Il concerto di chiusura, anziché concludere con un’ovazione culturale, si è chiuso con un banchetto degno di un matrimonio, a cui hanno partecipato circa 300 persone, perlopiù interni di enti pubblici (ex Provincia, Parco Archeologico, uffici comunali). Presenti, stavolta, anche il sindaco Miccichè e il cerchio magico dell’amministrazione, assenti ai precedenti appuntamenti.

La domanda sorge spontanea: era cultura o solo occasione per mangiare? Perché i numeri sono chiari: pochi spettatori durante le esibizioni, zero turisti, e un’abbondanza di pietanze che lascia poco spazio alla retorica culturale.


L’orchestra la dirige Miccichè, ma alla fine “mangiano tutti”

Il parallelo è inevitabile: Miccichè dirige come un direttore d’orchestra una sinfonia vuota, dove gli agrigentini restano seduti ad ascoltare una musica che non capiscono… ma poi mangiano. È questa, forse, la vera “cultura dell’ascolto”: ascoltare poco e mangiare molto.

“Questa serata è il manifesto perfetto della sindacatura Miccichè – si legge in una delle denunce pubblicate da Report Sicilia – dove la cultura è solo una copertura per giustificare spese assurde e favorire una ristretta élite di beneficiari. Intanto, la città è senza prospettiva, con un bilancio vicino al dissesto.”


Dove sono finiti i 238mila euro?

Anche su questo Report Sicilia ha sollevato dubbi più che legittimi:
Leggi il dettaglio della determina n. 296/2025

Solo un sito gestito da una società milanese, costato migliaia di euro, aggiornato in ritardo e privo di strumenti di comunicazione efficaci.


Agrigento 2025: un’occasione sprecata?

Alla luce di questi fatti, ci si chiede se Agrigento Capitale Italiana della Cultura stia diventando una vetrina autoreferenziale, utile solo a pochi. I fondi pubblici destinati a promuovere la città sembrano invece finanziare eventi privi di radicamento, scarsamente partecipati e senza ricadute reali.

E nel frattempo, i bambini disabili restano senza assistenza ASACOM, i rifiuti invadono i quartieri, e i cittadini non sanno nemmeno cosa accade in città, perché la comunicazione istituzionale è praticamente inesistente.


Conclusione:
Se questa è la cultura dell’ascolto, chi dovrebbe ascoltare davvero è chi governa la città. Gli agrigentini meritano molto di più di un posto a tavola.

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