Agrigento 2025, le dimissioni di Albergoni confermano la crisi organizzativa

Le dimissioni del direttore generale Roberto Albergoni segnano un altro passaggio critico nella tormentata gestione della Fondazione di partecipazione Agrigento 2025. L’evento che dovrebbe consacrare la città come Capitale Italiana della Cultura si trova oggi in un clima di incertezza e difficoltà operative.

Le dichiarazioni della presidente Cucinotta: “Un passo indietro necessario”

A commentare l’uscita di scena di Albergoni è stata la presidente della Fondazione, Maria Teresa Cucinotta, che all’agenzia Adnkronos ha rilasciato una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni:

“Il passo indietro di Roberto Albergoni ha tolto dall’imbarazzo il Consiglio di amministrazione dall’assumere un atto più doloroso.”

Parole che evidenziano come la situazione all’interno della Fondazione fosse ormai insostenibile e che il rapporto tra il direttore generale e il CdA fosse ormai giunto a un punto di rottura.

Cucinotta ha poi sottolineato la necessità di recuperare i ritardi accumulati nella realizzazione dei progetti, un’ammissione chiara che il percorso verso Agrigento 2025 non è stato lineare e che il tempo perso rischia di compromettere la buona riuscita dell’evento.

“Il lavoro della Fondazione non si fermerà e proseguirà con maggiore slancio di prima sotto una nuova direzione”, ha aggiunto la presidente, cercando di rassicurare l’opinione pubblica e gli addetti ai lavori.

Agrigento sotto i riflettori nazionali

Il fallimento gestionale di Agrigento 2025 è ormai osservato con attenzione anche a livello nazionale. L’uscita di scena di Albergoni conferma che la gestione della Fondazione non è stata priva di difficoltà, e il fatto che sia stata prevista fin da subito la possibilità di una sua rimozione lascia intendere che la crisi fosse nell’aria già da tempo.

Il problema, però, non si esaurisce con un cambio al vertice: la Fondazione si trova ora a dover rimettere in carreggiata un evento di portata nazionale con gravi ritardi accumulati e con una struttura organizzativa che finora ha mostrato più criticità che certezze.

“L’avevamo previsto da tempo”

L’analisi del professor Pasquale Seddio, che da tempo segue l’evoluzione della vicenda, non fa altro che confermare quanto era prevedibile da mesi:

“Quando è facile prevedere ciò che succederà, risulta ancora più odioso ricorrere al banale ‘l’avevamo detto il 01 aprile 2023!'”

Una considerazione che pesa come un macigno sulla credibilità della gestione di Agrigento 2025.

Mentre la Fondazione prova a riorganizzarsi e a rilanciare il progetto, resta il dubbio se la nuova direzione riuscirà davvero a invertire la rotta o se Agrigento 2025 rischia di trasformarsi nell’ennesima occasione sprecata.

Autore