Mentre Agrigento è già da sette mesi Capitale Italiana della Cultura, una nuova ombra si abbatte sulla gestione dei fondi e sull’accesso alle opportunità per le associazioni del territorio. Il Comune ha recentemente pubblicato un avviso per il finanziamento di progetti culturali fino a 15.000 euro, escludendo di fatto tutte le realtà non iscritte al RUNTS, il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore. Un requisito non previsto nel precedente avviso per l’iscrizione all’Albo delle associazioni culturali, turistiche e sportive della provincia di Agrigento, approvato nel 2024 tramite determina dirigenziale n. 2410.
Una scelta che lascia perplessi e che, secondo molti osservatori, rischia di tagliare fuori numerose realtà associative locali, specie quelle più piccole, non strutturate o che operano nel settore culturale senza l’obbligo formale di iscrizione al RUNTS.
Il nostro auspicio non è quello che il Comune torni sui propri passi – sarebbe ormai tardi – ma è importante evidenziare le contraddizioni. Se il nuovo requisito fosse stato comunicato per tempo, molte associazioni avrebbero potuto provvedere con l’iscrizione al RUNTS, invece oggi si ritrovano escluse da ogni possibilità di partecipazione.
Il caso emblematico: il Centro Culturale ed Editoriale Pier Paolo Pasolini
La questione diventa ancora più controversa se si osservano i nomi contenuti (o assenti) nell’elenco aggiornato delle associazioni agrigentine iscritte al RUNTS 20250722_iscritti AGRIGENTO. Tra questi non figura il Centro Culturale ed Editoriale Pier Paolo Pasolini, realtà che, secondo quanto emerge dalla Determina n. 393 del 23/04/2025Determina+Dirigenziale+2025-393 (1) del Parco Archeologico della Valle dei Templi, ha ottenuto un appalto diretto da 77.500 euro per il progetto “Sphairos – Incontri filosofici nei luoghi di Empedocle”, nell’ambito del cartellone ufficiale di Agrigento Capitale della Cultura 2025.
Un paradosso evidente: da un lato si impone il RUNTS come condizione necessaria per ricevere anche pochi spiccioli (15.000 euro) alle associazioni locali; dall’altro, si affida un progetto da decine di migliaia di euro a una realtà che non risulta neppure iscritta nel registro nazionale.
Due pesi e due misure?
La discrepanza solleva interrogativi legittimi: vale davvero per tutti il requisito dell’iscrizione al RUNTS? O si applica solo a chi non è “in linea” con l’amministrazione? La trasparenza dovrebbe essere il pilastro della Capitale della Cultura, ma le recenti scelte sembrano andare in direzione opposta.
Chi gestisce la cosa pubblica deve garantire parità di accesso, coerenza nei criteri e comunicazione tempestiva. Se l’iscrizione al RUNTS era così importante, perché non è stata richiesta nel precedente avviso per l’albo delle associazioni? E perché non è stata comunicata per tempo alle realtà interessate, che oggi si vedono escluse per un cavillo mai chiarito?
Una Capitale per pochi?
A distanza di mesi dall’avvio del progetto, la percezione che si sta radicando è che Agrigento 2025 sia un’opportunità per pochi, sempre gli stessi, mentre le altre realtà associative – spesso impegnate da anni nel tessuto culturale e sociale – vengono lasciate ai margini.
Questa non è la Capitale della Cultura che i cittadini meritavano. E mentre si continua a finanziare eventi estemporanei con fondi pubblici, restano escluse dal circuito delle opportunità proprio quelle realtà che potrebbero fare la differenza nel costruire una cultura partecipata, diffusa e autentica.

