AGRIGENTO – La Corte dei Conti – Sezione di controllo per la Regione Siciliana ha messo Agrigento sotto la lente, e non solo per la gestione dei fondi legati al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025.
Dalle carte emerge chiaramente che il controllo in corso non riguarda soltanto il bilancio e la correttezza delle spese, ma anche la consistenza e il rispetto del progetto culturale con cui la città ha ottenuto la vittoria nel gennaio 2023.

Non solo numeri: il progetto come vincolo

Il cuore della verifica è semplice: Agrigento ha vinto il titolo presentando un dossier preciso, con un programma culturale, un cronoprogramma, obiettivi, indicatori e una promessa di sostenibilità economica.
Ora la Corte dei Conti vuole capire se quel progetto stia venendo rispettato o se, al contrario, sia stato snaturato a favore di spese e iniziative non previste, utilizzando in modo improprio i fondi pubblici.

La bozza di relazione, infatti, sottolinea che i progetti in corso 2022-2024 – sia ad Agrigento (per oltre 78 milioni di euro) che a Lampedusa e negli altri comuni della provincia (quasi 70 milioni) – sono stati comunicati alla Giuria non come parte del budget di candidatura, ma come cornice di contesto.
Eppure, molti di questi progetti vengono oggi sventolati come se fossero direttamente connessi al programma 2025, generando confusione e, secondo la Corte, possibili disallineamenti rispetto al dossier originario.

Le tappe dell’indagine

  • Febbraio 2025: la Corte richiede al Segretario generale del Comune una relazione preliminare sullo stato dei finanziamenti e sull’organizzazione del programma.

  • Marzo 2025: il Comune di Agrigento deposita il dossier di candidatura e i documenti allegati.

  • Maggio 2025: arrivano richieste e riscontri dall’amministrazione regionale.

  • Luglio 2025: audizione in contraddittorio con gli Enti interessati, verbale n. 28/2025.

Dalle audizioni emerge la volontà della Corte di verificare non solo la correttezza amministrativa, ma la fedeltà della città agli impegni culturali presi con lo Stato e con i cittadini.

Una sfida di credibilità

Il rischio è evidente: se i progetti e gli eventi messi in campo non corrispondessero al disegno vincente, Agrigento non solo tradirebbe lo spirito del titolo, ma esporrebbe l’amministrazione a responsabilità politiche e contabili.

Il punto non è più soltanto “come sono stati spesi i soldi”, ma se la città stia davvero costruendo quel percorso di crescita culturale e turistica che nel 2023 convinse la Commissione ministeriale ad assegnarle il titolo.

La Corte dei Conti, insomma, sembra chiedere ad Agrigento una prova di serietà e coerenza: non basta sbandierare milioni di euro di progetti, bisogna dimostrare che il progetto “Agrigento 2025” esiste davvero, nella sostanza e nei fatti, e non solo nei documenti presentati per vincere la competizione.

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