La crisi idrica ad Agrigento continua a mettere a dura prova la pazienza dei cittadini. Dopo l’episodio in via Manzoni, dove gli abitanti esasperati hanno dovuto chiamare i Carabinieri per ottenere l’intervento delle autorità competenti, un nuovo caso di protesta si è verificato nel quartiere dello Stadio Esseneto.

La signora Emanuela Fragapane, neo portavoce del movimento civico “Mani Libere”, ha occupato il Comune di Agrigento dopo essere rimasta senza acqua per ben 26 giorni nella sua abitazione di via Confalonieri. Solo grazie all’intervento della Polizia e alla sollecitazione degli impiegati comunali, il sindaco ha allertato i vertici di AICA, che hanno inviato quattro tecnici per ripristinare la distribuzione idrica nella zona. Dopo l’intervento, l’acqua è finalmente tornata a scorrere con abbondanza.

Questi episodi sollevano interrogativi sulla gestione dell’emergenza idrica da parte dell’amministrazione comunale e di AICA. Se per riparare un guasto è necessario l’intervento dei Carabinieri e per ripristinare la distribuzione idrica serve una protesta eclatante, viene da chiedersi quale sia il ruolo effettivo delle istituzioni preposte.

I cittadini di Agrigento sono stanchi di dover ricorrere a misure estreme per ottenere un servizio essenziale come l’acqua. È fondamentale che l’amministrazione comunale e AICA adottino misure proattive per prevenire tali situazioni e garantire una fornitura idrica costante e affidabile, senza costringere la popolazione a proteste o a chiamate alle forze dell’ordine.

Agrigento, designata Capitale Italiana della Cultura 2025, non può permettersi di essere ricordata come la città delle emergenze idriche e delle proteste per l’acqua. È tempo che le autorità locali dimostrino una gestione efficiente e responsabile delle risorse idriche, assicurando ai cittadini un servizio all’altezza delle aspettative.

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