Appalti, tangenti e ora anche mafia: l’inchiesta si allarga, coinvolte imprese sospette
Scambio di informazioni tra la Procura di Agrigento e la DDA di Palermo: nel mirino ditte tra Licata, Ravanusa, Favara e Porto Empedocle
L’inchiesta “Appalti e mazzette” che sta scuotendo le fondamenta del sistema politico-amministrativo agrigentino si arricchisce di un nuovo, inquietante capitolo. Secondo quanto riportato da Grandangolo Agrigento, nel filone investigativo si sarebbero inserite anche le valutazioni della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Palermo, che sta vagliando l’attività di una mezza dozzina di imprese ritenute in “odor di mafia”.
Il cuore pulsante dell’indagine rimane il presunto “sistema” collusivo tra imprenditori, politici e funzionari pubblici, costruito per pilotare gli appalti e spartirsi tangenti e favori. Ma a preoccupare ulteriormente gli inquirenti è l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico legato ai lavori pubblici, fenomeno tutt’altro che nuovo in Sicilia ma tornato alla ribalta con prepotenza grazie ai capitali movimentati negli ultimi anni nel territorio agrigentino.
Si parla di imprese attive a Licata, Ravanusa, Favara e Porto Empedocle, che secondo le prime risultanze investigative sarebbero state utilizzate dalle organizzazioni criminali per imporre forniture, personale e mezzi, con l’obiettivo di intercettare parte dei flussi economici generati dai cantieri pubblici e privati.
Gli investigatori avrebbero documentato uno scambio di fascicoli e informazioni tra la Procura di Agrigento, guidata da Giovanni Di Leo, e la DDA di Palermo. Il livello di coinvolgimento delle ditte sospette è ancora oggetto di approfondimento, ma il rischio concreto è che la maxi inchiesta possa presto generare nuovi filoni giudiziari legati alle infiltrazioni mafiose nel settore degli appalti pubblici.
L’utilizzo di trojan, intercettazioni ambientali, pedinamenti e file spia ha già portato all’arresto di funzionari e imprenditori, ma le indagini sembrano tutt’altro che concluse. A essere emerso è un sistema complesso, dove ai colletti bianchi si aggiunge un sottobosco criminale interessato all’enorme flusso di denaro pubblico che ha recentemente investito il territorio: lavori stradali, scuole, impianti, strutture ricettive.
La sensazione – confermata dalle fonti giornalistiche – è che la madre di tutte le inchieste possa essere solo all’inizio.
👉 Fonte e approfondimento:
L’inchiesta “Appalti e mazzette”, si indaga anche sulle imprese ritenute in odor di mafia – Grandangolo Agrigento