TEATRO PIRANDELLO AGRIGENTO

Appalto da 1 milione di euro per interventi culturali ad Agrigento: la Giunta Miccichè approva una variazione di bilancio urgente e bandisce una gara con procedura negoziata su invito. I lavori coinvolgono il Teatro Pirandello, il Museo Civico e l’Ex Collegio dei Filippini. Dubbi su trasparenza e tempi.

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L’amministrazione comunale di Agrigento ha deliberato l’utilizzo di un contributo regionale da 1 milione di euro, originariamente concesso nel 2020 ma mai speso, per finanziare una serie di interventi nel centro storico. Con la delibera di Giunta n. 120 dell’11 luglio 2025 GC_120_2025, si è approvata una variazione urgente al bilancio per rendere immediatamente spendibile la somma, attraverso una procedura che solleva più di un dubbio sulla trasparenza e la pianificazione dell’intervento.

Origine del finanziamento: fondi “riciclati”

Il contributo proviene dal D.D.G. 384 del 18 novembre 2020, dell’Assessorato regionale alle Autonomie Locali. Era destinato, già nel 2019, alla “qualità dell’abitare” nell’ambito del progetto PINQUA – poi ammesso ma mai finanziato dal Ministero. In seguito, il Comune ha deciso di dirottare le somme verso altri interventi, sfruttando una deroga prevista dalla legge regionale 13/2021 che consente variazioni di bilancio anche in fase di gestione provvisoria.

Come verranno spesi i soldi

La riprogrammazione prevede quattro interventi:

  1. Teatro Pirandello – Manutenzione straordinaria della copertura e realizzazione di un bagno per disabili: € 565.000

  2. Museo Civico – Messa in sicurezza del piano terra e verifica solaio: € 203.000

  3. Ex Collegio dei Filippini – Pannellistica, segnaletica, wayfinding: € 157.000

  4. Ex Collegio dei Filippini – Nuova illuminazione con faretti e binari: € 75.000

La gara: inviti riservati a 10 ditte, tutto in piena estate

Il 12 luglio viene pubblicata la Lettera di Invito per una procedura negoziata senza bando, rivolta a 10 imprese, da eseguire in appena 90 giorni. I lavori – considerati “urgenti” – dovranno essere avviati entro il mese di agosto, periodo notoriamente complicato per l’attività cantieristica .

L’appalto, come previsto dal Capitolato Speciale d’Appalto, copre lavori edili, impiantistici ed elettrici di varia natura e richiede alle imprese invitate di presentare un’offerta economica con ribasso entro pochissimi giorni .

I punti critici: urgenza “programmata” e affidamenti blindati

Se da un lato l’amministrazione giustifica la procedura con l’urgenza di utilizzare i fondi entro l’anno per non perderli, dall’altro l’inerzia degli anni precedenti e la repentina accelerazione a ridosso di Ferragosto destano sospetti. In particolare:

  • Perché il Comune ha aspettato fino a luglio 2025 per avviare le spese di un contributo concesso nel 2020?

  • Perché si è scelta una procedura negoziata riservata a sole 10 ditte, senza alcuna forma di trasparenza pubblica o rotazione?

  • Perché non è stato pubblicato un bando aperto a tutte le imprese, considerata l’entità dell’importo e la natura plurima dei lavori?

Inoltre, i tempi strettissimi rischiano di favorire solo le imprese “preallertate”, con disponibilità immediata e contatti già in corso con la macchina amministrativa. Il rischio, già noto in casi simili, è che si finisca con l’assegnare i lavori a soggetti “di fiducia”, bypassando ogni reale concorrenza.

La domanda finale: cultura o urgenza elettorale?

L’impressione è che, più che promuovere il patrimonio culturale, questa operazione serva a far girare velocemente il denaro, magari in vista di appuntamenti elettorali o di equilibri politici da mantenere. Anche perché – come è noto – il 2025 è l’anno di Agrigento Capitale Italiana della Cultura, e questo genere di finanziamenti possono diventare facilmente strumenti di consenso.

Rimane da chiedersi quanti di questi lavori saranno realmente completati entro l’anno, e quanti resteranno sulla carta. In attesa della ratifica del Consiglio comunale, la città – intanto – continua a interrogarsi sulla gestione opaca di fondi pubblici che avrebbero dovuto essere un’opportunità, e non l’ennesimo gioco contabile all’italiana.

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