Colpo duro alla criminalità organizzata agrigentina. I Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia e dei Nuclei Cinofili di Palermo – Villagrazia e Nicolosi, hanno scoperto un vero e proprio arsenale da guerra, arrestato un uomo e sequestrato 80.000 euro in contanti, ritenuti provento di attività illecite.
L’operazione si inserisce in un ampio contesto di controlli sul territorio e di polizia giudiziaria, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Palermo, che lo scorso martedì ha portato al fermo di 23 persone e a decine di perquisizioni.
Armi e munizioni in un bidone nascosto in campagna
Nel corso delle perquisizioni, un pregiudicato agrigentino di 48 anni è stato arrestato dopo che, all’interno della sua abitazione di campagna in contrada Fondacazzo, è stato scoperto un arsenale da guerra. Nascosti in un bidone, i Carabinieri hanno rinvenuto:
- Una pistola mitragliatrice calibro 9;
- Tre revolver di vari calibri;
- Una penna-pistola;
- Numerose munizioni;
- Una bomba a mano, che è stata fatta brillare dagli artificieri a causa della sua pericolosità.
L’uomo è stato tratto in arresto con l’accusa di detenzione illegale di armi da fuoco comuni e da guerra. La provenienza delle armi è oggetto di ulteriori indagini, che saranno coordinate dalla DDA di Palermo in collaborazione con la Procura di Agrigento.
Sequestrati 80.000 euro in contanti a un 72enne
Nel corso di un’altra perquisizione, effettuata nei confronti di un agrigentino di 72 anni, è stata trovata e sequestrata una somma di 80.000 euro in contanti, ritenuta provento di attività illecite. L’uomo è stato denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria con l’accusa di riciclaggio.
La risposta delle forze dell’ordine
L’operazione dimostra l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità organizzata e al controllo delle attività illecite nel territorio agrigentino. La stretta collaborazione tra i Carabinieri, la DDA di Palermo e la Procura di Agrigento punta non solo a colpire le famiglie mafiose, ma anche a disarticolare le reti che forniscono supporto logistico ed economico.
Conclusioni
Il sequestro dell’arsenale e della somma ingiustificata rappresentano un significativo passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata. Operazioni come queste ribadiscono il ruolo fondamentale delle forze dell’ordine nel garantire sicurezza e legalità, mettendo sotto pressione le organizzazioni criminali che continuano a insidiare il territorio agrigentino.