Nella mattinata di oggi, a seguito della nostra segnalazione, è stata finalmente eseguita la bonifica della bretella di collegamento verso Piano Gatta, trasformata negli ultimi mesi in una discarica a cielo aperto.

L’intervento è stato effettuato dalla Ecorecuperi Srl di Caltanissetta, incaricata dall’ex Provincia di Agrigento, oggi Consorzio dei Comuni, attraverso il Servizio di Tutela Ambientale. Camion e operatori specializzati hanno rimosso i rifiuti accumulati lungo la carreggiata e le curve di accesso, restituendo decoro e sicurezza a uno snodo viario nevralgico che collega il Viadotto Akragas con il Quadrivio Spinasanta e l’impianto di conferimento rifiuti di Piano Gatta.

Le immagini parlano chiaro: fino a ieri, l’area era soffocata da sacchi di immondizia, materassi, plastica e scarti edili abbandonati; oggi, dopo l’intervento sollecitato da Report Sicilia, la strada appare ripulita.

Un Comune immobile

Ma la domanda resta: perché si è dovuti arrivare a una denuncia pubblica per ottenere un’azione così semplice e necessaria?
Il Comune di Agrigento, che avrebbe potuto e dovuto intervenire tempestivamente, si è limitato a dormire sonni tranquilli, lasciando che fosse un altro ente – e quindi altri cittadini, attraverso il Consorzio – a farsi carico dei costi della bonifica.

Questa vicenda conferma ciò che sosteniamo da tempo: non si tratta di un problema di fondi, ma di volontà politica.
Quando c’è la volontà, gli interventi si realizzano in poche ore; quando invece prevale l’indifferenza, i cittadini restano ostaggio di degrado, incuria e mancanza di decoro urbano.

Una città che merita di più

Agrigento, che tra pochi mesi vivrà il 2025 da Capitale Italiana della Cultura, non può permettersi di accogliere turisti e residenti con simili cartoline di abbandono. La città ha bisogno di un’amministrazione vigile, capace di prevenire e non di inseguire i problemi.

Oggi la bretella per Piano Gatta è stata bonificata. Ma resta l’amaro in bocca: se ci avessero pensato prima, Agrigento avrebbe evitato l’ennesima figuraccia.

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