AGRIGENTO – Dopo mesi di segnalazioni, polemiche e degrado, la discarica a cielo aperto che da tempo si era formata sul marciapiede di via Mazzini, davanti al locale “Don Chisciotte”, è stata parzialmente bonificata. I contenitori dei rifiuti sono stati ricollocati in maniera più conforme, ma la questione sembra tutt’altro che risolta.
📍 Il prezzo della bonifica? Potenzialmente la chiusura dell’attività commerciale.
♻️ Rimozione sì, ma a danno dell’attività
Come si evince dalle foto scattate oggi, l’intervento del Comune ha rimosso il cumulo di rifiuti non differenziati che occupava sistematicamente il marciapiede. Tuttavia, la nuova collocazione dei contenitori è stata effettuata proprio in prossimità dell’ingresso dell’attività commerciale, creando di fatto una situazione di incompatibilità con la fruizione del suolo pubblico da parte del locale stesso.
👉 Secondo l’ordinanza firmata nei giorni scorsi (di cui Report Sicilia ha già scritto qui), se l’attività non si adeguerà alle disposizioni del regolamento vigente sui rifiuti, sarà soggetta alla sospensione temporanea.
🧹 La “bonifica parziale” e le contraddizioni amministrative
La contraddizione è evidente:
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Da un lato l’ente comunale ha finalmente agito per ristabilire l’ordine e rimuovere i rifiuti.
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Dall’altro, ha scaricato la responsabilità sulla ditta titolare del locale, imponendo regole che potrebbero portare alla chiusura periodica dell’esercizio in caso di mancata “conformità”.
📸 Le immagini parlano chiaro:
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Marciapiede ancora degradato, invaso da erbacce.
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Cassonetti schiacciati sul passaggio pedonale.
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Zona segnalata come divieto di sosta e area di passaggio pedonale, ma spesso occupata da auto.
🔍 La normativa e il paradosso
Il regolamento comunale prevede che le attività commerciali siano responsabili della corretta esposizione dei rifiuti. Tuttavia, se la collocazione dei contenitori viene imposta in un’area già occupata da arredi o accessi all’attività, si crea un cortocircuito normativo che penalizza il commerciante, anche laddove non abbia colpa.
📢 La richiesta: serve un punto di raccolta alternativo
Diverse associazioni di categoria chiedono al Comune di:
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Individuare un’area alternativa per i contenitori, lontana dalle vetrine e dagli accessi delle attività;
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Garantire una pulizia costante della zona, oggi invasa da sterpaglie e sporco;
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Evitare sanzioni o sospensioni finché la gestione della raccolta non sarà messa in condizioni di regolarità.
Il caso Don Chisciotte è l’ennesimo esempio di come l’assenza di una gestione integrata dei rifiuti finisca per danneggiare le attività produttive che cercano di lavorare nel rispetto delle regole. Bonificare un’area non può significare scaricare la colpa su chi subisce, né tantomeno lasciare che il decoro urbano diventi ostaggio di una burocrazia cieca.
Agrigento Capitale della Cultura 2025 non può permettersi di perdere pezzi di città produttiva per colpa di scelte amministrative incoerenti.


