Agrigento, caos in Consiglio: gossip, rinvii e silenzi sospetti
AGRIGENTO – Il Consiglio Comunale di Agrigento si è trasformato in un teatro di rinvii strategici, silenzi imbarazzanti e giochi di potere, dove il sacro e il profano si intrecciano in un copione scritto all’ombra di Palazzo San Domenico.
Mentre la città soffoca sotto il peso di variazioni di bilancio sospette, varianti urbanistiche “contro legem” e carenze idriche sanzionate dal Genio Civile, a tenere banco sono i giochi interni e il gossip politico. Si parla di nomine di assessori bloccate per motivi extra-amministrativi, commissioni composte ad arte per evitare presenze scomode negli uffici e faide interne all’amministrazione.
Ma, soprattutto, regna un silenzio inquietante su questioni gravi, come la lettera della signora Narbone, che ha denunciato pressioni e irregolarità all’interno della macchina amministrativa, e che è stata recentemente vittima di un atto vandalico alla sua auto.
Gossip e manovre oscure: il Consiglio non si riunisce mai
Se c’è un’abitudine consolidata nel Consiglio Comunale di Agrigento, è quella di non riuscire mai a raggiungere il numero legale per aprire le sedute. E quando accade, il sospetto che dietro ci sia un calcolo preciso è sempre più forte.
Le ultime settimane sono state segnate da rinvii sospetti sulle nomine di nuovi assessori, con voci di intrighi, pressioni e veti incrociati che avrebbero rallentato i giuramenti dei nuovi componenti della Giunta.
Si parla di nomine già decise ma fermate all’ultimo momento per motivi extra-politici. Quali? Secondo indiscrezioni, questioni personali tra consiglieri e membri dell’amministrazione, dissapori interni e perfino piccole vendette personali che nulla hanno a che fare con il bene della città.
Ma il Consiglio non è solo un ring per le lotte intestine, è anche un luogo dove il silenzio regna sovrano su temi scottanti.
Silenzio su tutto: dagli scontri tra dirigenti alle fonti idriche
Mentre le commissioni consiliari vengono pilotate nel numero dei componenti per evitare il confronto in ufficio, si tace anche su:
- Il dissidio tra i dirigenti comunali, che paralizza l’attività amministrativa e non viene affrontato dal Sindaco né dal Segretario Generale.
- Il mancato avvio di procedure disciplinari nei confronti di due dipendenti condannati dalla Corte dei Conti, una questione che in qualsiasi altra città sarebbe stata al centro del dibattito pubblico.
- La gestione delle fonti idriche e la carenza d’acqua, aggravata da una multa comminata dal Genio Civile.
- Le varianti urbanistiche approvate in contrasto con le normative vigenti, un tema sul quale si continua a fare finta di nulla.
E in questo scenario di omertà e giochi di palazzo, a destare maggiore indignazione è il silenzio generale sulla lettera della signora Narbone, che ha scosso la città portando alla luce problemi strutturali e presunte irregolarità amministrative.
La lettera Narbone e l’auto vandalizzata: coincidenza?
Dopo la denuncia pubblica della signora Narbone, la sua auto è stata vandalizzata. Un caso? Forse. Ma il dato certo è che nessuno ha detto una parola: né il Sindaco, né la Giunta, né il Consiglio Comunale.
“Un’amministrazione che tace su episodi così gravi è un’amministrazione complice?” si chiedono in molti.
Conclusione: il sacro, il profano e il caos amministrativo
A Palazzo San Domenico, le priorità sembrano essere ben altre rispetto a quelle della città. Mentre Agrigento affonda tra problemi strutturali, inefficienze e irregolarità, il Consiglio Comunale continua a giocare a porte chiuse, tra gossip, silenzi e rinvii studiati a tavolino.
Intanto, i cittadini restano spettatori di uno spettacolo indecoroso, in attesa di risposte che – probabilmente – non arriveranno mai.

