Il recente intervento del Sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, in merito agli errori grammaticali sui cartelli stradali che promuovono il progetto di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, appare fuori contesto e fuori luogo. Le polemiche sollevate a livello nazionale, infatti, non riguardano direttamente l’amministrazione comunale, ma sono da attribuire alla gestione di ANAS e degli addetti ai lavori incaricati della realizzazione e installazione dei cartelli.

Un intervento fuori logica

La nota stampa del Sindaco, che paragona il progetto a una “partita” con tifosi “pro e contro,” risulta quanto mai inappropriata. Invece di riconoscere che il problema non compete l’amministrazione comunale e di spostare l’attenzione sui veri responsabili – ANAS e i tecnici incaricati – Miccichè sembra voler difendere la sua giunta da critiche che, in questo caso, non la riguardano.

Questa uscita, lontana dalla realtà dei fatti, rischia di generare confusione e di alimentare ulteriori polemiche. Perché intervenire in un contesto in cui il Comune non ha responsabilità diretta? Se l’obiettivo era difendere il progetto culturale, il risultato è stato quello di spostare l’attenzione su un livello di conflitto inesistente.

Il vero problema: errori che compromettono l’immagine del progetto

I cartelli stradali contenenti strafalcioni – tra cui il clamoroso riferimento alla “Casa Natale Pirandello Contrada Caos” – sono stati al centro di un dibattito nazionale per la loro superficialità. Tuttavia, è chiaro che la responsabilità di questi errori ricade su chi ha realizzato e approvato i cartelli, ossia ANAS e chi ha curato il progetto grafico e linguistico.

Criticare questi errori non significa remare contro Agrigento Capitale della Cultura, ma sottolineare che ogni dettaglio è fondamentale per il successo dell’iniziativa. L’attenzione ai particolari, soprattutto in un progetto di respiro internazionale, è indispensabile per presentare Agrigento come una città preparata e all’altezza del prestigioso riconoscimento ricevuto.

Il rischio di interpretazioni divisive

Parlare di “tifosi contro” e “invettive sterili” non solo è fuori luogo, ma rischia di polarizzare un dibattito che non dovrebbe esistere. Nessuno critica il titolo di Capitale della Cultura né il suo valore per la città; ciò che viene sottolineato è l’importanza di lavorare con precisione e professionalità per evitare che simili episodi danneggino l’immagine di Agrigento.

Piuttosto che assumere una posizione difensiva, sarebbe stato più opportuno che il Sindaco cogliesse l’occasione per rassicurare i cittadini e gli osservatori nazionali, invitando ANAS e gli altri responsabili a correggere gli errori e a garantire standard più elevati per il futuro.

Un’occasione mancata

Agrigento Capitale della Cultura 2025 è una sfida che va affrontata con unità e responsabilità, non con interventi fuori contesto che rischiano di apparire come una fuga in avanti. Il Sindaco avrebbe potuto limitarsi a sottolineare che il Comune non è responsabile dei cartelli, invitando invece i veri responsabili a porre rimedio. Questo avrebbe non solo chiarito la situazione, ma anche dimostrato una leadership più efficace e coerente.

Per un progetto così ambizioso, è fondamentale concentrarsi sui risultati concreti e sulla qualità dell’organizzazione, evitando distrazioni e inutili contrapposizioni. Agrigento ha una grande occasione davanti a sé, ma per coglierla deve puntare a essere non solo “la più bella città dei mortali,” ma anche la più attenta ai dettagli e all’immagine che vuole trasmettere al mondo.

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