A soli 85 giorni dalla fine dell’anno da Capitale Italiana della Cultura, il sindaco Miccichè inaugura un unico bagno pubblico negli ex locali Gil. Mancano finestre, un impianto di areazione adeguato e ogni riferimento alla gestione, che sarà a carico del Parco Archeologico fino al 31 dicembre 2025.
Ad Agrigento, “Capitale Italiana della Cultura 2025”, a 85 giorni dalla fine dell’anno celebrativo, si inaugura un solo bagno pubblico.
L’amministrazione comunale, con tanto di comunicato ufficiale, presenta l’apertura dei servizi igienici negli ex locali “Gil”, tra piazzale Fratelli Rosselli e via Imera, come un intervento “di grande rilevanza e priorità”.
Il sindaco Francesco Miccichè, nella sua nota stampa, ha ringraziato il direttore del Parco Archeologico della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta, per la collaborazione, sottolineando che “si tratta di un servizio necessario ed essenziale per rendere più vivibile e decorosa la città”.
Tuttavia, il sindaco omette un dettaglio fondamentale: la gestione dei bagni non sarà curata dal Comune, ma dal Parco Archeologico, che con propri fondi ha affidato la manutenzione e il servizio di pulizia a una ditta privata fino al 31 dicembre 2025.
Un altro “carico” a spese del Parco dei Templi, dunque, mentre l’amministrazione comunale continua a vantarsi di un’opera che in realtà non gestirà né finanzierà.
Ma non è tutto.
Dalle immagini raccolte da Report Sicilia (vedi galleria in basso), emerge un’altra anomalia ancora più imbarazzante: i nuovi bagni non dispongono di finestre e non sono dotati di un impianto di areazione adeguato.
L’unico punto di ventilazione visibile è una piccola finestra laterale, insufficiente per garantire il corretto ricambio d’aria in ambienti chiusi e destinati a uso pubblico.
La motivazione?
La Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento non ha autorizzato l’apertura di nuove finestre.
Sì, la stessa Soprintendenza che ha “sanato” tre mesi di lavori abusivi alla Villa del Sole, consentendo la demolizione di un bene vincolato, e che ancora oggi dà prescrizioni estetiche sul nuovo edificio che è sorto in quell’area — prescrizioni puntualmente disattese e mai verificate.
Un paradosso che solo ad Agrigento può diventare realtà:
una città che celebra la “cultura” con un bagno pubblico senza finestre e senza areazione, dove l’ente preposto alla tutela del paesaggio nega l’apertura di una finestra ma autorizza demolizioni e cantieri in aree vincolate.
Eppure, il sindaco trova il modo di trasformare anche questo in un “successo amministrativo”, annunciando l’inaugurazione come se fosse un evento epocale.
Un simbolo perfetto del divario tra le parole del Palazzo e la realtà delle strade.
Agrigento, città con oltre 2.600 anni di storia, ridotta a celebrare l’apertura di un bagno pubblico come se fosse la conquista di un primato mondiale — e per giunta senza aria.
Forse, più che “Capitale della Cultura”, Agrigento rischia di restare Capitale dell’Imbarazzo.
📍 Approfondimento: “Villa del Sole, la ferita ancora aperta della Capitale della Cultura”
La Villa del Sole, storico polmone verde della città, è stata demolita nel 2024 per la costruzione di un asilo comunale in area sottoposta a vincolo paesaggistico e architettonico.
I lavori, iniziati senza regolare autorizzazione paesaggistica, sono stati “sanati” dalla Soprintendenza dopo tre mesi di attività.
Ad oggi, la stessa Soprintendenza continua a imporre prescrizioni “formali”, mentre nessun controllo effettivo è stato mai svolto.
Il risultato è un’area devastata, un edificio che avanza nonostante i vincoli, e una città che, a distanza di un anno, continua a perdere pezzi della sua identità storica e ambientale.
👉 Galleria fotografica:
Le immagini documentano la struttura esterna dei bagni pubblici, priva di aperture, e gli interni che mostrano ambienti chiusi senza impianti di areazione visibili.








