Durante la campagna elettorale, lo slogan del sindaco Francesco Miccichè prometteva un cambio di direzione netto e deciso con il celebre motto “Cambiamo rotta”. Tuttavia, a meno di un mese dall’inizio del 2025 – anno in cui Agrigento sarà Capitale Italiana della Cultura – la realtà sembra ben diversa: la città somiglia sempre più a una barca in balia delle onde, trascinata da incapacità organizzative e mancanza di programmazione.

La presentazione a Roma: un successo ignorato localmente

La recente presentazione del programma del Teatro Pirandello a Roma ha rappresentato l’unico atto concreto di promozione di Agrigento come Capitale della Cultura a livello nazionale. Un evento che ha raccolto consensi grazie a un programma di qualità con nomi del calibro di Dacia Maraini, Giovanni Allevi e il tributo a Ennio Morricone, ma che, incredibilmente, non ha avuto alcuna eco ad Agrigento.

  • Nessuna nota stampa è stata diffusa dal sindaco o dall’amministrazione.
  • I canali social del sindaco, solitamente utilizzati per annunci di ben minore rilievo, non riportano alcun cenno all’evento.
  • Nessun tentativo di coinvolgere la cittadinanza o gli operatori economici per sfruttare la visibilità di questo appuntamento.

Questa inspiegabile omissione evidenzia come, ancora una volta, l’amministrazione stia giocando al ribasso, evitando di promuovere l’unico segnale positivo emerso finora per il 2025.

4 milioni spesi per la “promozione”, ma il nulla cosmico

Ancora più grave è la questione economica. Sono stati spesi ben 4 milioni di euro per la “promozione” della città come Capitale Italiana della Cultura, ma a oggi:

  • Non esiste un calendario ufficiale degli eventi.
  • Non è stato definito un cartellone delle manifestazioni.
  • I tour operator, che dovrebbero lavorare con largo anticipo per attrarre visitatori, navigano nel buio più totale, privi di strumenti concreti per vendere pacchetti o organizzare l’offerta turistica.

Il risultato è una gestione che definire fallimentare è poco: mentre il 2025 si avvicina, la città si presenta impreparata e senza una visione chiara.

La Fondazione “Città della Cultura 2025”: un carrozzone immobile

Ad aggravare ulteriormente il quadro è la totale assenza della Fondazione “Città della Cultura 2025”, creata su precisa volontà del sindaco proprio per coordinare e promuovere gli eventi legati all’anno della cultura. Ad oggi, la Fondazione appare come un carrozzone fermo, inutile e senza alcun risultato tangibile.

  • Nessuna iniziativa concreta.
  • Nessuna comunicazione.
  • Nessuna risposta sulla destinazione dei fondi già spesi.

Da “Cambiamo rotta” a una deriva annunciata

Lo slogan elettorale del sindaco “Cambiamo rotta” oggi suona come una beffa. Agrigento non sta cambiando rotta: sta andando alla deriva, schiacciata da ritardi, disorganizzazione e incapacità di valorizzare l’evento più importante della sua storia recente. La barca amministrativa guidata da Francesco Miccichè sembra senza timone, lasciata in balia delle onde di un mare sempre più agitato.

Le domande inevase

Il Codacons, nel denunciare questa situazione, chiede risposte chiare e immediate:

  1. Perché il sindaco e la sua amministrazione non hanno dato alcun risalto all’evento di Roma, l’unico atto concreto di promozione?
  2. Dove sono finiti i 4 milioni spesi per la promozione se non esiste un calendario ufficiale?
  3. Perché la Fondazione “Città della Cultura 2025” è completamente immobile?
  4. Quale strategia verrà adottata per evitare il fallimento di questa storica occasione?

Conclusioni

Agrigento merita una gestione seria e trasparente, non una città lasciata alla deriva. Il Codacons continuerà a monitorare e denunciare ogni inefficienza, chiedendo trasparenza e un cambio di passo che sia reale e non solo elettorale.

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