AGRIGENTO – Era stato raccontato come l’anno del riscatto, la grande occasione per fare di Agrigento la capitale non solo della cultura, ma anche di un nuovo sviluppo turistico ed economico. Ma la realtà, fotografata dalla Corte dei Conti, è ben diversa: Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 è un flop.
La relazione della Sezione di Controllo parla chiaro: dei 44 grandi eventi programmati, almeno 10 non sono mai partiti. Gli altri hanno subito ritardi significativi o sono stati realizzati senza un vero piano strategico. Mancano controlli, verifiche di spesa e strumenti di monitoraggio sui risultati. La Corte denuncia confusione, commistioni tra incarichi, opacità nei finanziamenti.
Promesse di milioni, realtà di ritardi e sprechi
Quando cittadini, associazioni e giornalisti denunciavano questi rischi, venivano derisi e accusati di voler “boicottare” la città. Ma i fatti sono lì: milioni di euro bruciati senza ritorni reali, eventi improvvisati, incarichi distribuiti come premi politici, e una Fondazione che oggi balbetta promesse di risposte “puntuali e dettagliate”.
Il sindaco Francesco Miccichè parlava di 3 milioni di turisti e di un incremento del 200%. Ma i numeri ufficiali raccontano altro: –30% di presenze in città rispetto all’agosto 2024. Un dato che smentisce in pieno la propaganda del “boom”.
Un danno d’immagine e di sostanza
Agrigento non perde solo credibilità, ma rischia conseguenze serie:
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rendicontazioni incomplete potrebbero aprire nuovi buchi nei conti pubblici;
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i milioni spesi non hanno lasciato infrastrutture o progetti duraturi;
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la città resta segnata da degrado, crisi idrica, servizi carenti e turismo in calo.
Il grande inganno
Il 2025 rischia di essere ricordato non come l’anno del rilancio, ma come quello del grande inganno politico. L’anno in cui Agrigento è stata usata come palcoscenico per distribuire incarichi, comprare silenzi e vendere illusioni.
La Corte dei Conti ha certificato ciò che gli agrigentini vedono ogni giorno: Agrigento Capitale della Cultura 2025 non ha cambiato il volto della città, ha solo reso più evidente il distacco tra politica e realtà.

