Agrigento Capitale della Cultura 2025: inefficienza amministrativa, scandali e proposte per un rilancio

Agrigento, 9 gennaio 2025 – Mentre il progetto Capitale Italiana della Cultura 2025 continua a essere travolto da dimissioni, critiche e scandali, la deputazione che sostiene la giunta del sindaco Francesco Miccichè si lancia in una difesa d’ufficio inevitabile ma scontata. Tuttavia, gli ultimi accadimenti confermano una realtà ormai evidente: Agrigento è guidata da un’amministrazione che molti considerano la più inefficiente della sua storia.


Le dimissioni di Calogero Pumilia e l’intervento di Nenè Mangiacavallo

La recente clamorosa decisione di Calogero Pumilia, che ha annunciato le sue dimissioni da presidente della Fondazione Orestiadi, è un segnale inequivocabile della crisi. Figura di rilievo per la pianificazione culturale del 2025, Pumilia ha espresso dissenso verso l’attuale gestione delle politiche culturali e territoriali.

Nella sua nota, Pumilia non usa mezzi termini: “Come una sorta di dannazione, in questa terra di Sicilia spesso si è molto bravi a trasformare un’opportunità in un’occasione di rissa banale e volgare.” Sebbene si riferisca direttamente alla situazione di Gibellina, il riferimento ad Agrigento e alle sue difficoltà organizzative è palese, soprattutto alla luce delle critiche arrivate anche dal Corriere della Sera.

A rincarare la dose è intervenuto l’ex deputato Nenè Mangiacavallo, che ha definito l’attuale situazione una “occasione irripetibile ormai prossima al fallimento”. Ha inoltre sottolineato come l’amministrazione abbia generato sprechi enormi e messo seriamente a rischio la reputazione della città.


Le critiche autorevoli di Pietrangelo Buttafuoco

Anche Pietrangelo Buttafuoco, intellettuale siciliano e già potenziale ministro della Cultura, ha espresso il proprio giudizio negativo. Ha descritto Agrigento come un “teatro di inefficienze” e criticato duramente l’amministrazione per l’assenza di infrastrutture essenziali, come bagni pubblici e punti informativi. Buttafuoco ha evidenziato come la mancanza di pianificazione stia trasformando un evento straordinario in un simbolo di disorganizzazione e incapacità.


La difesa d’ufficio della deputazione

Non sorprende che la deputazione, composta da esponenti dei partiti che sostengono la giunta Miccichè, si sia schierata in difesa dell’amministrazione:

  • Roberto Di Mauro, principale sponsor politico del sindaco e della giunta della quale la composizione sono suoi “fidi” collaboratori, ha definito le critiche “strumentali e violente”, elogiando il lavoro del sindaco e ribadendo il suo pieno appoggio.
  • Calogero Pisano, uno degli artefici del titolo di Capitale della Cultura, ha invece invitato a superare le divisioni, distinguendosi per una gestione virtuosa della Fondazione Teatro Pirandello, salvata dal fallimento grazie a una programmazione oculata e bilanci in attivo.

Tuttavia, il sostegno politico appare inevitabile, ma poco convincente di fronte a una situazione che si sta rivelando insostenibile.


Le proposte del Codacons

In questo contesto, il Codacons ha lanciato un appello costruttivo per salvare il progetto. Tra le proposte:

  • Migliorare l’accoglienza turistica: Creare strumenti come un sito ufficiale, un numero verde e punti informativi.
  • Promozione coordinata: Coinvolgere operatori turistici, enti locali e la Fondazione Parco Valle dei Templi in una campagna strategica.
  • Efficienza a basso costo: Attivare Info Point sfruttando il servizio civile, con costi ridotti e risultati immediati.

“Siamo disponibili a collaborare per evitare che Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 si trasformi in una perdita d’immagine per l’intero territorio – continua Di Rosa –. È indispensabile creare un coordinamento efficace, avviare campagne di promozione strutturate e dotare la città di strumenti adeguati per accogliere i visitatori. Questa è un’occasione unica che non possiamo permetterci di sprecare”.


Un’amministrazione travolta dagli scandali

Non è la prima volta che l’amministrazione Miccichè si trova sotto accusa. Tra i fatti più rilevanti:

  • Caso SUV: L’acquisto di veicoli con fondi destinati alla solidarietà sociale ha portato a un commissariamento del sindaco da parte del governo regionale.
  • Arresto del capo di gabinetto: Il dirigente, fortemente voluto dal sindaco, è stato arrestato per tangenti e abuso d’ufficio, gettando ulteriore discredito sull’amministrazione.

Conclusione

Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 avrebbe dovuto rappresentare un punto di svolta. Invece, a oggi, il progetto è gestito da un’amministrazione incapace di pianificare e organizzare.

Mentre la deputazione difende l’indifendibile, la comunità agrigentina si chiede chi si assumerà la responsabilità di questo fallimento annunciato. Agrigento merita molto di più: un cambio di rotta immediato è necessario per salvare il 2025 e il futuro della città.

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