La gestione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 continua a suscitare polemiche e malcontenti. L’ultimo colpo arriva da Lampedusa, che ha deciso di tirarsi fuori dal progetto, come riportato oggi dal quotidiano La Repubblica. Una scelta clamorosa che mette ulteriormente in discussione l’organizzazione e la trasparenza di un’iniziativa nata per celebrare il patrimonio culturale siciliano ma che si sta rivelando un terreno di scontri politici e amministrativi.
“Tenuti fuori, non so se restiamo”
Secondo quanto riportato nell’articolo di Accursio Sabella su La Repubblica, il Sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, ha espresso il suo disappunto per essere stato escluso dai processi decisionali. “Organizzatori spariti, non so se restiamo”, ha dichiarato il primo cittadino, lamentando la mancanza di coinvolgimento di Lampedusa e delle sue risorse culturali e territoriali.
Il Comune delle Pelagie, socio della Fondazione Agrigento Capitale, era stato inizialmente incluso nel progetto con la speranza di sfruttare l’evento per valorizzare l’isola. Tuttavia, l’esclusione dai tavoli decisionali e l’assenza di un dialogo con gli organizzatori hanno portato alla decisione di sfilarsi dal progetto, sottolineando ancora una volta le criticità di un sistema che sembra privilegiare poche realtà a discapito di altre.
Un progetto che perde pezzi
L’abbandono di Lampedusa non è l’unico segnale preoccupante. Le critiche sull’organizzazione di Agrigento Capitale della Cultura sono ormai una costante, e la decisione di Lampedusa mette in evidenza una gestione che molti definiscono poco trasparente e disorganizzata. Mentre la città di Agrigento si concentra sull’allestimento per la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, emergono dubbi sulla reale efficacia e inclusività del progetto.
Polemiche interne alla Fondazione
L’articolo di La Repubblica evidenzia anche come l’assenza di figure chiave, come il Ministro della Cultura e il Presidente della Regione Siciliana, nelle recenti presentazioni del programma, abbia alimentato ulteriormente le perplessità sulla leadership e la direzione strategica del progetto. La Fondazione, guidata da un consiglio amministrativo, sembra non aver saputo creare un sistema di inclusione per tutte le realtà territoriali coinvolte.
Un’occasione mancata?
Agrigento Capitale della Cultura 2025 doveva rappresentare un momento di rilancio per l’intera provincia, coinvolgendo attivamente i Comuni limitrofi e valorizzando le eccellenze culturali di tutta la Sicilia. Tuttavia, la mancanza di coordinamento e di trasparenza rischia di trasformare questa opportunità in un’occasione mancata, lasciando sul terreno critiche e divisioni.
Report Sicilia continuerà a seguire da vicino questa vicenda, monitorando le reazioni delle istituzioni e degli enti coinvolti. Il prestigioso titolo di Capitale della Cultura deve essere un’opportunità per tutti e non un simbolo di divisioni e inefficienze.
Fonte: Articolo pubblicato su La Repubblica il 18 gennaio 2025, a firma di Accursio Sabella.