l'On.le Nenè Mangicavallo

Le dimissioni di Calogero Pumilia, presidente della Fondazione Orestiadi, scuotono il panorama culturale siciliano, aprendo un nuovo capitolo di riflessione sulle difficoltà legate alla gestione delle iniziative culturali di grande portata. Sulla vicenda interviene anche l’onorevole Nenè Mangiacavallo, già presidente del Comitato Organizzatore di “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”, con una nota stampa che non risparmia critiche alla gestione attuale del progetto.

Il contributo di Pumilia e il rischio del fallimento

Mangiacavallo esprime solidarietà a Pumilia, definendolo “illuminato intellettuale e uomo di elevate doti morali e professionali,” riconoscendone il grande lavoro svolto negli ultimi dieci anni per riportare la Fondazione Orestiadi ai vertici dell’arte contemporanea e per ottenere il titolo di Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea per Gibellina.

Non si tratta, secondo Mangiacavallo, di un caso isolato: “Non è un caso che oggi coinvolge Lillo Pumilia e la Fondazione Orestiadi. Non è un caso che un’importante opportunità per un vastissimo territorio rischi di trasformarsi in un sonoro fallimento.” Il riferimento alle difficoltà di Agrigento come Capitale della Cultura è evidente.

Il progetto originario: entusiasmo e impegno condiviso

Mangiacavallo ricorda il lavoro svolto con il Comitato Organizzatore per ottenere il titolo di Capitale Italiana della Cultura. “Con entusiasmo, tenacia e quotidiano impegno, avevamo coinvolto tutti i Comuni della provincia, enti pubblici e privati, organizzazioni di categoria, forze sociali e industriali, studenti e intellettuali.” Grazie a questo lavoro corale, il progetto era stato consegnato al Ministero il 31 marzo 2023, ottenendo il prestigioso riconoscimento.

Tuttavia, sottolinea Mangiacavallo, il progetto è stato poi affidato a “gestori” che hanno snobbato il lavoro svolto con “aria di sufficienza e distacco,” definendolo con sarcasmo “visionari e sognatori.” Questi atteggiamenti, secondo l’onorevole, rischiano di trasformare un sogno collettivo in un incubo.

Un ecosistema politico incompatibile

L’ex presidente del Comitato Organizzatore non risparmia critiche all’amministrazione locale, definendosi “incompatibile con l’ecosistema politico amministrativo agrigentino.” Una riflessione che pone l’accento sulle difficoltà di operare in un contesto dominato, a suo dire, da interessi particolari e da una visione miope del futuro del territorio.

Nonostante tutto, Mangiacavallo non perde la speranza, auspicando che possano emergere nuove occasioni di sviluppo e valorizzazione per Agrigento e la Sicilia. “Voglio ancora sperare che ci possa essere qualche altra occasione di sviluppo per questa terra meravigliosa,” conclude.

Agrigento a un bivio: sogno o fallimento

La nota stampa dell’onorevole Mangiacavallo evidenzia una questione cruciale: il rischio che Agrigento perda un’occasione storica per rilanciare il territorio e il suo patrimonio culturale. Con la città sotto i riflettori come Capitale Italiana della Cultura 2025, le scelte amministrative e organizzative diventano decisive. Ma, come ricorda Mangiacavallo, serve una visione chiara e condivisa, che sembra al momento mancare.

L’invito alla riflessione è rivolto non solo ai gestori del progetto, ma all’intera comunità siciliana, affinché il 2025 non rappresenti una nuova occasione mancata, ma un punto di svolta per il rilancio culturale e sociale del territorio.

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