Mentre il progetto “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025” si prepara a impegnare una spesa di circa 4 milioni di euro in eventi e manifestazioni, il ricordo di un vero eroe per Agrigento – il capitano Alexander Hardcastle – sembra essere relegato all’oblio. Hardcastle, il mecenate che all’inizio del XX secolo contribuì enormemente alla riscoperta e valorizzazione della Valle dei Templi, riposa nel cimitero di Bonamorone, eppure la sua tomba versa in condizioni di preoccupante degrado.

Le mura di cinta attorno alla tomba di Hardcastle presentano crepe e fessure, segni evidenti di un deterioramento che avanza senza che nessuno intervenga. Nonostante l’amministrazione comunale, nelle rare occasioni commemorative, esprima rispetto e gratitudine per il suo operato, nel concreto nulla è stato fatto per preservare la memoria di questo benefattore. In questo programma di spesa cospicua, non è stato destinato nemmeno un euro alla salvaguardia del sepolcro del capitano, un gesto che avrebbe rappresentato non solo un tributo simbolico, ma anche un riconoscimento dell’eredità storica che Hardcastle ha lasciato alla città.

Alexander Hardcastle, ufficiale britannico che scelse di vivere e investire ad Agrigento, non è solo un personaggio storico, ma un legame vivente tra la città e il suo straordinario patrimonio archeologico. A lui si deve la riqualificazione e la cura della Valle dei Templi negli anni Venti e Trenta, grazie alla quale Agrigento conserva oggi un sito riconosciuto a livello mondiale. Un popolo che dimentica chi ha dedicato la vita a preservarne il passato rischia di compromettere il proprio futuro. E con la tomba di Hardcastle, Agrigento rischia di cancellare un pezzo della sua storia, quella storia che oggi si celebra con grandi manifestazioni.

L’incuria e il disinteresse verso la tomba del capitano sono un’amara testimonianza dell’approccio distratto verso un patrimonio che dovrebbe essere protetto. Se un popolo non riconosce e tutela i propri eroi, rischia di perdere la propria identità. Agrigento è chiamata a riflettere sulle priorità di questa “Capitale della Cultura” che, mentre spende milioni, sembra ignorare un monumento alla memoria e al sacrificio di uno dei suoi più grandi sostenitori.

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