Agrigento — Il silenzio della prima serata svoltasi ieri, si è ripetuto, oggi 13 agosto, durante il secondo appuntamento del progetto Mirror – Specchio, ospitato al Teatro Pirandello. Report Sicilia era presente e ha documentato con foto e video una platea deserta e un’atmosfera fredda, ben lontana dall’idea di un evento capace di coinvolgere la città.
Il contesto
Mirror – Specchio è parte del programma Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 e propone un’interazione tra arte contemporanea, memoria, corpo e spazio urbano, sviluppata su più atti e curata da Basak Senova e Jonatan Habib Engqvist. Ieri, il sipario si è alzato sul Preludio (una conversazione) e sugli Atti III e IV (proiezioni), ma la partecipazione è rimasta minima.
Già dalla prima serata era emersa la sensazione di un’operazione culturale più autoreferenziale che popolare: un racconto in scena che non trova un pubblico reale, nonostante l’ingente budget complessivo — parte dei 20 milioni di euro destinati al 2025 culturale agrigentino.
Le immagini e le assenze
Le fotografie scattate da Report Sicilia raccontano più di tante parole: file di poltrone rosse vuote, pochi spettatori seduti con espressione annoiata, relatori che parlano a un pubblico sparuto.
Ma ciò che più colpisce non è solo la scarsa affluenza del pubblico cittadino:
Assenti tutti i componenti del CDA e gli addetti ai lavori coinvolti nella progettazione.
Nessuna traccia dei dipendenti della Fondazione “Agrigento 2025” che hanno lavorato all’iniziativa.
Vuoto totale anche tra i banchi del Consiglio comunale e della Giunta, con il Sindaco assente.
Nemmeno un rappresentante della deputazione agrigentina ha ritenuto opportuno presenziare.
Un’assenza corale che, più di ogni altra cosa, fotografa l’isolamento dell’evento e l’incapacità di fare rete.
Un fallimento che si ripete
Questa seconda serata conferma un trend già evidente: iniziative costose, ma prive di radicamento e di capacità di attrarre i cittadini. Agrigento, città con oltre 2600 anni di storia, meriterebbe progetti che sappiano dialogare con il territorio, non solo con una ristretta cerchia di addetti ai lavori.
Un appello
È tempo che anche la deputazione agrigentina prenda atto di questo continuo fallimento e che chi governa la città si interroghi sul perché il grande progetto “Capitale della Cultura” stia diventando, giorno dopo giorno, un elenco di occasioni perse.
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