Parello parla di coinvolgimento e turismo, ma la realtà dei cittadini è fatta di carenze basilari. E siamo già a metà anno.
AGRIGENTO – “Coinvolgeremo la comunità locale e i turisti”. Così dichiara l’assessore Parello in un’intervista pubblicata su AgrigentoNotizie, annunciando iniziative di “animazione urbana” per Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025. Una frase che, a leggerla tra le strade della città reale, suona quasi ironica.
Perché mentre si promettono spettacoli, installazioni e partecipazione collettiva, la città reale resta priva dei servizi essenziali. A partire dai bagni pubblici, completamente assenti, tanto che persino visitatori e turisti sono spesso costretti a rivolgersi a bar e ristoranti – quando non direttamente a rifugi di fortuna.
6 mesi dopo, di cultura vera si vede poco
Agrigento ha ufficialmente iniziato il suo anno da Capitale della Cultura il 1° gennaio 2025. Siamo ormai a metà giugno, sei mesi di tempo in cui si sarebbero dovuti già vedere:
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cantieri culturali aperti,
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spazi rigenerati,
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una città “preparata” ad accogliere eventi e flussi turistici.
Invece, a oggi, la città langue. Le strade restano sporche, l’acqua scarseggia, le periferie sono abbandonate e la gestione del verde pubblico è fallimentare. Il centro storico, anziché rifiorire, cade a pezzi sotto lo sguardo distratto di un’amministrazione impegnata più nelle vetrine che nei contenuti.
Il contrasto tra la narrazione e la realtà
Le parole dell’assessore Parello fanno parte di una narrazione che ormai stride fortemente con la realtà urbana. Si parla di “animazione urbana”, di “rilancio culturale”, ma tutto ciò avviene sullo sfondo di una città stanca e sfiduciata, dove neppure i più elementari standard di accoglienza turistica vengono rispettati.
E mentre i milioni piovuti sul progetto Capitale della Cultura – oltre 4 milioni di euro nel solo 2024 – si disperdono in progettini spesso autoreferenziali, i cittadini continuano a subire le stesse inefficienze croniche.
Coinvolgimento? Solo a parole
Il tanto sbandierato “coinvolgimento della comunità locale” resta uno slogan. Le associazioni storiche della città, i comitati civici, le realtà culturali indipendenti non vengono ascoltate, né coinvolte realmente. Al contrario, si assiste a un accentratismo decisionale mascherato da partecipazione, dove le decisioni arrivano sempre da una ristretta cerchia amministrativa e para-politica.
E i turisti? Delusi, spesso
Basta ascoltare chi arriva ad Agrigento: molti turisti restano delusi, non tanto per la Valle dei Templi – che resta un patrimonio inestimabile – ma per tutto il resto. Nessun bagno, poche indicazioni, zero accoglienza nei quartieri storici, nessuna mappa urbana interattiva, servizi digitali ridotti all’osso.
La verità è semplice: Agrigento Capitale della Cultura è una bella copertina. Ma il libro, finora, è ancora tutto da scrivere. E il tempo stringe.

