Agrigento torna al centro del dibattito politico con nuove accuse rivolte all’amministrazione comunale sulla gestione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025. Oggi, il Partito Democratico, attraverso il circolo cittadino “Vittoria Giunti”, ha pubblicato un documento intitolato “La capitale della cultura tradita”, nel quale denuncia il mancato utilizzo delle risorse disponibili e l’impreparazione della città per l’appuntamento con il prestigioso riconoscimento. Tuttavia, molte delle criticità evidenziate dal PD erano già state denunciate da diverse associazioni e partiti, come il Codacons, Agrigento Punto e a Capo, Legambiente, Mani Libere e Italia Viva.

Le denunce del PD e i temi già affrontati

Nel documento pubblicato oggi, il PD punta il dito contro gravi mancanze dell’amministrazione comunale, denunciando:

  • Parcheggi abbandonati e pieni di spazzatura (Piazzale Rosselli, contrada Cugno Vela).
  • Bagni pubblici inaccessibili, nonostante i fondi già spesi per due bagni autopulenti mai installati.
  • L’assenza di info-point turistici, annunciati ma mai attivati.
  • La mancata creazione di un biglietto cumulativo per l’accesso ai principali siti culturali.
  • Contenitori culturali chiusi, come il museo civico di Piazza Pirandello e il Palazzo Tommasi.
  • L’assenza di un potenziamento del trasporto pubblico, fondamentale per gestire l’afflusso di turisti.

Queste criticità sono state recentemente ribadite dal PD, ma erano già state portate all’attenzione pubblica negli ultimi mesi da associazioni come il Codacons, che da tempo denuncia la gestione opaca dei fondi pubblici e l’incapacità di mettere in atto i miglioramenti annunciati.

Le denunce precedenti: un fronte comune

Il Codacons, con il suo responsabile regionale Giuseppe Di Rosa, aveva più volte chiesto chiarimenti sull’utilizzo dei 4 milioni di euro stanziati dalla Regione Sicilia che potevano essere impegnati anche per migliorare infrastrutture e servizi. L’associazione Agrigento Punto e a Capo e Mani Libere avevano denunciato il degrado di spazi pubblici e l’inefficienza dei servizi di accoglienza turistica. Legambiente, dal canto suo, aveva criticato la cementificazione del territorio e il mancato rispetto degli impegni di sostenibilità ambientale, uno dei pilastri del programma “Il Sé, l’Altro e la Natura” che ha portato Agrigento a vincere il titolo.

Anche Italia Viva ha più volte sollevato interrogativi sulla disorganizzazione dell’amministrazione comunale, evidenziando come molti progetti promessi siano rimasti sulla carta e come i fondi pubblici non abbiano prodotto risultati concreti.

Un rischio per Agrigento

Le denunce odierne del PD non fanno che confermare quanto già segnalato da queste associazioni e movimenti. Il rischio è che Agrigento Capitale della Cultura 2025 si trasformi in un’occasione sprecata, con gravi ripercussioni sull’immagine della città e sull’economia locale. In assenza di una pianificazione chiara, non solo le risorse stanziate rischiano di essere utilizzate in modo inefficiente, ma la città potrebbe non beneficiare di alcuna eredità duratura.

Conclusioni

Le denunce di oggi trovano riscontro nelle battaglie portate avanti negli ultimi mesi dal Codacons, Agrigento Punto e a Capo, Legambiente, Mani Libere, Italia Viva e altri movimenti civici, che hanno sollevato le stesse problematiche: dall’inefficienza delle infrastrutture alla mancanza di trasparenza nell’utilizzo dei fondi. Un coro unanime che sottolinea la necessità di un cambio di passo netto nella gestione pubblica.

Report Sicilia continuerà a seguire da vicino questa vicenda, dando voce a chi lotta per una gestione responsabile e trasparente di un evento che dovrebbe rappresentare una grande opportunità per Agrigento e non un motivo di ulteriori polemiche e divisioni.

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