Agrigento – La cerimonia di apertura di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, che ha visto la partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si è trasformata in un’occasione per polemiche e dichiarazioni contrastanti. Tra i protagonisti, il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, che ha attirato l’attenzione per il suo atteggiamento inizialmente deciso, salvo poi lasciare il teatro in un clima di dubbia coerenza.
Mannino: Da Leone a Gattino
Il sindaco Mannino è arrivato al teatro da “leone”, con dichiarazioni forti rilasciate ad AgrigentoNotizie, sottolineando la sua estraneità all’organizzazione e puntando il dito contro i ritardi e gli errori che hanno caratterizzato la gestione di questo evento storico.
“Se andrà tutto bene, come spero, applaudirò. Altrimenti non ritengo di dover essere travolto da polemiche e critiche per colpe che non ho,” ha dichiarato Mannino, aggiungendo che assisteva alla manifestazione “come gli altri sindaci, non come componente della fondazione”.
Tuttavia, a fine giornata, il suo atteggiamento ha subito una trasformazione. Da un comportamento deciso e distaccato, è passato a una posizione più conciliante, lasciando il teatro “da gattino”. Resta il dubbio su cosa gli sia stato detto o promesso durante l’evento per modificare il suo approccio.
Lampedusa Marginalizzata?
Le dichiarazioni di Mannino confermano un malessere più profondo. Il primo cittadino ha infatti rimarcato come Lampedusa, pur rappresentando un simbolo culturale e sociale per tutta la Sicilia, non sia stata coinvolta nell’organizzazione degli eventi di Agrigento Capitale della Cultura.
Anche il capogruppo PD in consiglio comunale, Salvatore Martello, ha lanciato una provocazione:
“Le Pelagie diventino comune di Palermo.”
Un’affermazione che mette in luce la sensazione di isolamento e mancanza di rappresentatività di una realtà come quella lampedusana, spesso al centro dell’attenzione mediatica, ma poco considerata nelle decisioni istituzionali.
Politica e Cultura: Un Binomio Controverso
L’episodio di Mannino lascia un retrogusto amaro. Un evento di rilevanza storica, come l’apertura di Agrigento Capitale della Cultura, avrebbe dovuto unire e valorizzare l’intera Sicilia, senza cedere a giochi politici o a promesse sottobanco. E invece, ancora una volta, la politica sembra aver messo in secondo piano la cultura e il bene comune.
Un Messaggio per il Futuro
Se Agrigento vuole davvero rappresentare la Capitale Italiana della Cultura, deve saper superare divisioni e personalismi, includendo tutte le realtà del territorio, Lampedusa in primis, nel processo di rilancio e valorizzazione culturale. La cultura non può e non deve avere colori politici: solo così si potrà cogliere appieno questa opportunità storica.
(Fonte: AgrigentoNotizie)


