Da mesi Report Sicilia e Giuseppe Di Rosa denunciano come il titolo di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 rischi di trasformarsi in un’operazione di facciata, utile solo a pochi e incapace di portare benefici concreti alla città.
Mancanza di programmazione, eventi poco inclusivi, gestione accentrata nelle mani dei soliti nomi, assenza di una visione collettiva: sono temi che abbiamo documentato più volte negli articoli:
Agrigento Capitale della Cultura? I panni sporchi si lavano in casa… – 17 gennaio 2025
Agrigento Capitale della Cultura? A danneggiare l’immagine della città è stato lo stesso sindaco
“I panni sporchi si lavano in casa”: ad Agrigento si prova a zittire anche la verità
Ora, a conferma di queste criticità, arriva lo sfogo amaro di G.A., agrigentino trapiantato a Roma, che sul proprio profilo social racconta l’ennesima delusione vissuta nella sua città natale. Parole che, riprendendo un articolo di qualche giorno fa a firma del giornalista Gian Antonio Stella, si trasformano in un atto d’accusa verso una città che, a suo dire, non merita il titolo di Capitale Italiana della Cultura.
Il racconto nasce da un episodio concreto: una mattina, la moglie decide di fare un giro “culturale” ad Agrigento. Ma quello che avrebbe dovuto essere un momento di arricchimento si trasforma in un viaggio tra cancelli chiusi e occasioni mancate.
Chiese inaccessibili (tranne il Duomo, a pagamento anche per i bambini), teatro Pirandello non visitabile per mancanza di informazioni chiare su giorni e orari di apertura, un info point che alla domanda su attività per bambini risponde con un consiglio tanto disarmante quanto simbolico: “Portateli a mangiare un gelato”.
Un paradosso per una città che, nell’anno della sua incoronazione a Capitale della Cultura, avrebbe dovuto proporre una programmazione ricca e diffusa, capace di coinvolgere residenti e turisti di ogni età.
Invece, denuncia G.A., prevalgono personalismi e iniziative di pochi, spesso organizzate male e con l’unico scopo di apparire, in un contesto in cui resta assente il senso civico e di appartenenza ad una comunità.
Riquadro – Le principali denunce di Report Sicilia
Eventi scollegati dalla città: iniziative concentrate in pochi luoghi e senza reale coinvolgimento dei quartieri e delle periferie.
Fondi pubblici destinati a pochi: contratti e incarichi affidati sempre agli stessi nomi, senza bandi realmente aperti e trasparenti.
Servizi turistici carenti: info point spesso chiusi o con personale impreparato, assenza di attività dedicate alle famiglie.
Spazi culturali inaccessibili: chiese, teatri e siti storici con aperture irregolari o informazioni poco chiare.
Degrado urbano: strade sporche, verde pubblico abbandonato, piazze e vie principali in pessimo stato proprio nell’anno “della cultura”.
Nessun piano di lungo termine: mancanza di una strategia per mantenere vivo l’interesse e i benefici oltre il 2025.
La lettera integrale di G.A.
Ripropongo articolo di qualche giorno fa. La firma è di Gian Antonio Stella (giornalista di spessore).
Aggiungo esperienza personale di qualche giorno fa semplicemente per denunciare quanto un comune come quello di Agrigento non meriti neanche lontanamente di essere capitale della cultura.
Mia moglie una mattina decide di fare un giro “culturale” ad Agrigento. Il risultato è stato: buona parte della chiese sono risultate chiuse ad eccezione del duomo per il cui ingresso era previsto biglietto senza riduzione per i bambini.
Visita al teatro Pirandello non possibile. Bisognava informarsi (non si sa dove e con chi) sui giorni e orari di apertura.
Con fatica trovano un info point e alla domanda “vorremmo sapere se vi è qualche attività possibile per i bambini”, la risposta è stata “guardi, per i bambini non vi è un granché. Vi consiglio di portarli alle Cuspidi a mangiare il gelato al pistacchio”.
Un turista che arriva ad Agrigento nell’anno in cui la città avrebbe dovuto prevedere una miriade di attività ed iniziative… ancora una volta perdiamo l’occasione di rivalsa.
Ogni ulteriore commento è superfluo.
In questa provincia continua a prevalere la volontà del singolo, del sé, ma sul “noi” purtroppo non siamo in grado.
Le iniziative sono poche e organizzate male dai soliti nomi che hanno voglia esclusivamente di mostrare la loro bravura, la loro arte o pseudo tale, per il solo gusto di apparire.
Continua ad essere assente un briciolo di senso civico e di appartenenza ad una comunità.