Agrigento non è finita oggi nel mirino nazionale: le critiche sulla gestione del titolo di Capitale della Cultura erano già iniziate nel 2024. Oggi L’Aquila osserva per non ripetere gli stessi errori.

AGRIGENTO – Agrigento 2025, da fiore all’occhiello a caso nazionale. Non da oggi, ma già da prima dell’avvio ufficiale dell’anno da Capitale Italiana della Cultura. È bene ricordarlo: la città siciliana era già nel mirino della critica giornalistica e politica nel 2024, quando nonostante un titolo così prestigioso in tasca, non si era mosso nulla di concreto, né dal punto di vista organizzativo né da quello della programmazione culturale.

A ribadirlo oggi, con un’analisi attenta e impietosa, è anche L’Aquila Blog, testata abruzzese che osserva Agrigento non con distacco, ma con attenzione, in vista del proprio anno da Capitale della Cultura nel 2026. L’articolo – “Capitali della Cultura, Agrigento nel mirino. E L’Aquila osserva con attenzione” – fa il punto su quanto non ha funzionato nella gestione del titolo da parte della Fondazione Agrigento 2025 e dell’amministrazione cittadina.

Il testo denuncia una serie di criticità gravi e strutturali, tra cui:

  • Direzione artistica nominata in ritardo

  • Governance opaca e senza trasparenza

  • Incarichi affidati direttamente senza gara

  • Eventi fantasma e altri inseriti ex novo, privi di coerenza con il progetto originario

“La narrazione identitaria e mediterranea che aveva entusiasmato la giuria ministeriale è oggi disattesa. Il rischio è trasformare una straordinaria opportunità in una passerella vuota”, si legge.

💸 Il nodo: affidamenti diretti e spese fuori controllo

Lo diciamo da mesi: oltre 12 milioni di euro affidati direttamente, senza bandi pubblici, sono un insulto ai principi di legalità e buona amministrazione. Chi oggi si riempie la bocca con parole come “memoria” e “legalità”, dovrebbe prima spiegare con quale trasparenza si stanno spendendo i soldi della Capitale della Cultura.

Emblematico il caso della mostra ANSA su Falcone e Borsellino, che nel 2022 arrivò gratuitamente ad Agrigento presso il Liceo Leonardo, ma che nel 2025 è stata associata a un finanziamento pubblico da 14.000 euro, inizialmente non chiarito. Solo dopo la nostra inchiesta, il direttore di ANSA Sicilia ha tenuto a precisare che quei fondi non erano per la mostra, ma per uno spettacolo teatrale collaterale. Una rettifica legittima, che tuttavia non toglie valore al nostro lavoro di controllo e verifica dei documenti ufficiali.

🇮🇹 L’Aquila prende appunti

L’Aquila Blog lo scrive chiaro: la città abruzzese non vuole fare la fine di Agrigento. Il confronto è inevitabile, e anche doloroso. Basti guardare all’esperienza di Procida 2022, che con un budget simile (4 milioni di euro) ha prodotto:

  • 150 eventi

  • 350 artisti da 45 Paesi

  • 33 milioni di impatto economico

  • 600.000 visitatori

  • +45% di fatturato medio per le imprese locali

Agrigento, invece, è ancora a quota promesse, con una cittadinanza che si interroga sul senso di un titolo che ha portato più incarichi che cultura, più passerelle che contenuti.

📌 Già nel 2024 il sospetto del flop

Non si può dire che la questione sia esplosa “solo ora”. Report Sicilia lo sostiene da tempo, anche quando in pochi osavano criticare: già nel 2024, l’anno che doveva essere di preparazione, Agrigento era in stallo. Nessuna direzione, nessuna trasparenza, nessuna strategia. Solo una sequela di incarichi, consulenze, e annunci smentiti dai fatti.

L’Aquila osserva. Ma intanto noi, da qui, continuiamo a raccontare la verità che nessuno vuole leggere sui manifesti ufficiali.


📰 Fonte originale:
L’Aquila Blog – “Capitali della Cultura, Agrigento nel mirino. E L’Aquila osserva con attenzione”
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