Agrigento, Città Italiana della Cultura 2025, è ancora senza bagni pubblici. Nel 2021 acquistati bagni autopulenti mai installati. Intanto spesi oltre 120.000 € in affitti di bagni chimici per eventi. Un paradosso tra sprechi e propaganda.

Agrigento, luglio 2025. Capitale Italiana della Cultura da sette mesi. Nessun bagno pubblico funzionante. Nessuna fontanella d’acqua. Solo tanti eventi, tante promesse, e ancora più sprechi.

Mentre il Comune promuove concerti, rassegne e cerimonie in pompa magna, la città è ancora sprovvista di un servizio essenziale e universale: i bagni pubblici.
Ma la cosa che colpisce di più – e che lascia indignati – è che i bagni pubblici Agrigento li ha comprati. E non li ha mai montati.

🚽 I bagni autopulenti da 150 mila euro (mai installati)

Nel 2021, l’Amministrazione Comunale ha acquistato una serie di bagni pubblici autopulenti, prefabbricati e pronti all’uso, per un costo complessivo vicino ai 150.000 euro.
Dovevano essere installati in punti nevralgici della città: Stazione Centrale, Porta di Ponte, Viale della Vittoria, San Leone.

E invece?
Quei bagni sono ancora chiusi dentro un deposito.
Mai installati. Mai collegati. Mai utilizzati.
Senza atti di collaudo. Senza autorizzazioni definitive.
Un monumento silenzioso allo spreco.
Un insulto a cittadini, turisti, famiglie, anziani e disabili che ogni giorno non hanno un posto dignitoso dove soddisfare un bisogno primario.

🧻 Ma intanto si affittano i bagni chimici: 120.000 € buttati via

Nel frattempo, dal 2020 a oggi, il Comune ha speso oltre 120.000 euro per l’affitto temporaneo di bagni chimici, in occasione dei principali eventi pubblici in:

  • Piazza Marconi – Stazione Centrale

  • Viale della Vittoria

  • San Leone

  • Eventi religiosi e manifestazioni culturali

Bagni chimici scomodi, spesso maleodoranti, inadeguati per disabili, poco igienici e costosi.
Una toppa temporanea, diventata scelta strutturale, che ha prosciugato le casse pubbliche senza lasciare nulla.

Con i soldi spesi in affitti si potevano installare e gestire almeno 3 strutture permanenti.
Ma la logica dei bandi veloci, dell’emergenza cronica e della propaganda ha avuto la meglio.


📜 Una città che rifiuta di dotarsi di servizi essenziali

Nel frattempo:

  • Il progetto di installazione dei bagni autopulenti è scomparso dai radar.

  • I tentativi (irregolari) di montare bagni prefabbricati su aree vincolate sono finiti sotto esposto del Codacons.

  • Nessuna “casa dell’acqua” è stata mai realizzata.

  • E, nonostante le promesse, non esiste nemmeno un piano aggiornato di installazione.


🤦‍♂️ Agrigento Capitale della Cultura… senza dignità civica

Siamo arrivati al paradosso.
Agrigento, nel suo anno da Capitale della Cultura, è costretta ad affittare bagni chimici, mentre tiene chiusi nei magazzini quelli autopulenti già acquistati.
Un’amministrazione che non sa (o non vuole) installare ciò che ha comprato.
Un’amministrazione che, con quasi 270.000 euro tra acquisti e noleggi, ha ottenuto zero bagni pubblici funzionanti.

E la domanda, rivolta al Ministro della Cultura e alla Giuria che ha assegnato il titolo, resta una:

Davvero Agrigento meritava il titolo di Capitale Italiana della Cultura, se non è in grado nemmeno di garantire un bagno pubblico a chi la visita o ci vive?


Report Sicilia continuerà a documentare questa vicenda, simbolo perfetto di come si possa trasformare un’opportunità storica in una vetrina rotta, buona solo per fare finta di essere ciò che non si è.

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