Mancano solo 14 giorni all’inizio ufficiale di Agrigento come Capitale Italiana della Cultura 2025, ma la città, lungi dall’essere pronta, sembra più abbandonata che mai, con servizi essenziali mancanti e una gestione amministrativa che lascia spazio solo a critiche e interrogativi.
Una città senza servizi e senza programmazione
Ad Agrigento mancano perfino i bagni pubblici, un servizio basilare per accogliere visitatori e turisti. La crisi idrica continua a tormentare i cittadini, mentre l’inadeguatezza delle infrastrutture e l’assenza di manutenzione trasformano le strade in percorsi pericolosi.
Nel frattempo, l’amministrazione comunale ha speso negli ultimi 4 anni circa 6 milioni di euro in spettacoli e manifestazioni senza lasciare nulla di tangibile per la comunità. Anche il Capodanno, evento simbolo di fine anno, è avvolto nel mistero: a oggi non si conosce né la location né il programma ufficiale. La mancanza di trasparenza è tale che non si sa nemmeno se un palco sarà montato e dove.
La Fondazione Città Italiana della Cultura: silenzio assoluto
Della Fondazione Città Italiana della Cultura 2025 si è persa ogni traccia. A 14 giorni dall’inaugurazione, la programmazione degli eventi è ancora sconosciuta e nessun piano concreto è stato comunicato ai cittadini. Il silenzio degli organizzatori alimenta il malcontento e il timore che Agrigento possa fallire una delle più grandi opportunità della sua storia recente.
L’unica certezza al momento è la spesa di 4 milioni di euro già effettuata per la promozione di un evento che ancora non ha un programma definito. Una cifra importante che, purtroppo, non si è ancora tradotta in risultati tangibili o in una programmazione strutturata degli eventi.
Una settimana di caos e incertezze
Questa settimana Agrigento è stata ulteriormente protagonista di una serie di eventi che testimoniano il totale stallo amministrativo e l’assenza di una visione chiara. Come già riportato anche nell’articolo “Agrigento Capitale della Cultura 2025: la barca di ‘Cambiamo rotta’ in balia delle onde”, la situazione attuale sembra paradossale:
- La programmazione degli eventi è inesistente e si naviga a vista.
- Il Capodanno è ancora senza luogo, senza artisti e senza programma.
- La città stessa, anziché prepararsi per un titolo prestigioso, sembra abbandonata e ignorata dalle istituzioni preposte.
Un evento che avrebbe dovuto rappresentare il rilancio della città sta diventando il simbolo del fallimento gestionale e della mancanza di responsabilità amministrativa.
Una città travolta dagli scandali
Agrigento è una città dove la cronaca giudiziaria ha superato qualsiasi piano culturale o amministrativo. La recente arresto del Capo di Gabinetto e Comandante della Polizia Locale, accusato di aver preso tangenti secondo la DDA di Palermo, ha scosso profondamente la città. A destare scalpore, però, sono state anche le parole del sindaco, che durante un consiglio comunale ha dichiarato:
“A me se prendeva le tangenti fuori dal palazzo non interessa, però era il più bravo dei dirigenti che avevo e per questo lo avevo rimesso al suo posto anche dopo il caso SUV”.
Il caso SUV, infatti, è un altro esempio di cattiva gestione che ha portato Agrigento sulle testate nazionali e internazionali come emblema di mala amministrazione. Dopo la condanna iniziale, la Corte dei Conti ha confermato la sentenza anche in appello, sottolineando la gravissima responsabilità amministrativa per l’uso improprio di fondi destinati alla solidarietà sociale. L’episodio, già citato come esempio negativo durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti nazionale, rimane una macchia indelebile sulla città e sulla sua amministrazione.
La ribellione popolare e l’albero di Natale
Se non fosse stato per una ribellione popolare, amplificata da giornali e social media, la città avrebbe avuto l’albero di Natale più brutto della sua storia millenaria, simbolo perfetto di un’amministrazione scollegata dalle necessità della cittadinanza e incapace di cogliere lo spirito del titolo di Capitale della Cultura.
Un appello al nuovo Prefetto
A questo punto, l’unica speranza sembra risiedere nel nuovo Prefetto, al quale il CODACONS e i cittadini rivolgono un accorato appello: “Chieda conto e ragione di ciò che sta accadendo ad Agrigento”. La città non può permettersi di affrontare l’inizio del 2025 con questa situazione di degrado e impreparazione.
Agrigento merita rispetto, programmazione e trasparenza. Essere Capitale Italiana della Cultura non è solo un titolo, ma un impegno verso il rilancio della città. A meno di due settimane dall’inizio, è il momento di agire prima che sia troppo tardi.
Report Sicilia continuerà a monitorare la situazione e a dare voce ai cittadini di Agrigento, abbandonati da chi avrebbe dovuto garantire loro una città degna del suo prestigioso titolo.