In piena crisi idrica, da diverse vie della città l’acqua sgorga copiosa dall’asfalto. Un paradosso che mostra l’inefficienza della gestione AICA.

Mentre la presidente dell’AICA, Danila Nobile, continua a dedicarsi a video e dichiarazioni pubbliche che poco hanno a che vedere con la reale gestione dell’acqua, ad Agrigento si assiste a uno spettacolo surreale: vere e proprie “fontane” che zampillano dall’asfalto, condotte che esplodono e strade allagate in più quartieri.

Le immagini parlano da sole: in via Imera, piazza Marconi e in altre zone della città, l’acqua potabile sgorga ininterrottamente da giorni, trasformando le strade in piccoli torrenti urbani. Scene che si ripetono ciclicamente e che oggi appaiono ancora più gravi se si considera il drammatico contesto della crisi idrica che da mesi colpisce Agrigento e i comuni limitrofi.

La città soffre la sete, i turni di distribuzione si allungano, le famiglie restano senz’acqua per intere giornate e le attività commerciali vengono penalizzate. Eppure, centinaia di litri al minuto si disperdono sotto gli occhi di tutti, mentre i cittadini continuano a pagare bollette salatissime.

Le perdite sulla rete idrica agrigentina – documentate da Report Sicilia – non sono più casi isolati, ma un sintomo di una gestione inefficiente e priva di controllo. Ogni giorno si apre una nuova falla, ogni giorno si perde una quantità d’acqua che basterebbe a servire interi quartieri.

Una contraddizione inaccettabile per una città che si appresta a diventare “Capitale Italiana della Cultura 2025”, ma che non riesce neppure a garantire il diritto primario all’acqua.
E mentre la presidente Nobile continua a “parlare di tutto tranne che della distribuzione”, le condotte di Agrigento raccontano da sole la verità: quella di una rete vecchia, mal gestita e di un’amministrazione che lascia scorrere via – letteralmente – le risorse della città.

Se l’acqua è vita, ad Agrigento la si lascia morire sull’asfalto.

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