Continuano ad arrivare in redazione segnalazioni di cittadini agrigentini che si ritrovano il conto corrente azzerato a seguito dei pignoramenti attivati dal Comune per tributi non pagati.
Un fenomeno che sta colpendo famiglie fragili, pensionati, lavoratori precari e nuclei con minori disabili, spesso senza che vi fosse stata una reale conoscenza dell’atto impositivo.

In molti casi, come già denunciato da Report Sicilia, il pignoramento ha bloccato l’intero saldo del conto, anziché soltanto l’importo dovuto.
E questo, in presenza di pensioni, stipendi o assegni di invalidità, può configurare un’azione illegittima, perché la legge tutela il cosiddetto “minimo vitale”.


LA LEGGE È CHIARA: IL CONTO NON PUÒ ESSERE SVUOTATO SE CONTIENE PENSIONI O ASSEGNI DI INVALIDITÀ

L’avvocato Pierluigi Cappello, che sta seguendo diverse famiglie in queste ore, chiarisce:

«Il conto su cui viene accreditata una pensione o un assegno non può essere pignorato per intero.
La legge prevede che il creditore possa agire solo sulla parte che eccede circa 1.600 euro.
Inoltre, gli accrediti successivi possono essere pignorati solo fino ad un quinto.
Per le pensioni il minimo vitale è ulteriormente protetto, pari a circa 1.070 euro mensili.»

Inoltre:

  • Se l’ultima notifica risale a più di 5 anni fa, il debito può essere prescritto.

  • Molti cittadini non hanno mai ricevuto l’avviso, perché la notifica è stata:

    • inviata via PEC non attiva,

    • finita in giacenza,

    • o depositata in albo pretorio senza effettiva conoscibilità.


IL CASO CHE HA SCOSSO LA REDAZIONE

Abbiamo ricevuto il messaggio del signor A.M., padre di una bambina con disabilità, che sul conto riceve l’assegno di invalidità:

«Avevo 203 euro nel conto. Me lo hanno azzerato completamente.
Il pignoramento è di 690 euro, ma la banca ha bloccato tutto.
Ho spiegato che quei soldi non si possono toccare, perché sono inferiori al minimo vitale.
Mi hanno risposto che è un problema mio.
Adesso mi ritrovo con zero euro, e una famiglia da mantenere.»

Una situazione che non è un caso isolato.

Stanno arrivando testimonianze identiche da:

  • Villaseta

  • Fontanelle

  • Villaggio Mosè

  • Monserrato

  • Centro città


PERCHÉ STA ACCADENDO?

Perché:

  1. Il Comune ha avviato recuperi di massa affidando il recupero ad una azienda esterna che sicuramente guadagna dalla percentuale di recupero, tramite procedure automatizzate.

  2. Alcune banche, per eccesso di cautela, stanno bloccando l’intero saldo, anziché solo la somma pignorabile.

  3. Molti cittadini non sono stati informati, e quindi non hanno potuto richiedere la rateizzazione prevista dal regolamento comunale.

  4. Non sono state previste tutele sociali, nonostante la crisi economica e la presenza di soggetti fragili.

Il risultato è drammatico:

  • famiglie senza soldi per mangiare,

  • pensionati senza poter acquistare medicinali,

  • genitori con minori disabili privati dell’assegno sanitario.


QUESTA NON È SOLO UNA QUESTIONE DI LEGGE. È UNA QUESTIONE DI UMANITÀ.

Non si contesta il diritto dell’ente a riscuotere i tributi.
Si contesta il metodo:

  • assenza di preavviso comprensibile,

  • mancanza di tutela dei più fragili,

  • esecuzioni indiscriminate, senza verifica dei casi sociali.

In una città già segnata dalla crisi idrica, dal costo della vita e dalla disoccupazione,
questa operazione rischia di diventare un colpo mortale.


COSA PUÒ FARE ORA CHI È COLPITO

Report Sicilia, insieme ad avvocati e consulenti volontari, sta predisponendo:

Istanza gratuita di sospensione del pignoramento
Richiesta di accesso agli atti sulla notifica
Verifica di prescrizione del debito
Opposizione per pignoramento oltre il minimo vitale

Chi ha subito il blocco del conto può contattarci in modo riservato.

Nessuno deve affrontare questo da solo.


REPORT SICILIA C’È. E NON ABBASSA LA VOCE.

Per segnalazioni riservate:
📩 Scrivi alla pagina Report Sicilia
📞 Chiamate la redazione al  ‭351 5592800‬

Perché la giustizia non è solo applicare la legge.
È applicarla senza annientare le persone.