Agrigento, la Croce del Papa sommersa dalle erbacce: il luogo simbolo contro la mafia abbandonato da anni
A Piano San Gregorio, dove il 9 maggio 1993 Papa Giovanni Paolo II lanciò il suo storico monito contro la mafia, oggi regna l’abbandono più totale. Tra erbacce alte, sporcizia, degrado e silenzio istituzionale, quel luogo carico di memoria e valore simbolico non riceve alcuna cura né rispetto.
Le immagini scattate in questi giorni parlano da sole: la Croce del Papa, monumento commemorativo del messaggio più potente mai pronunciato contro Cosa Nostra, è circondata da vegetazione selvaggia, rifiuti, cartelloni scoloriti e incuria ovunque.
“Convertitevi, un giorno verrà il giudizio di Dio”
sono le parole che riecheggiano ancora nella coscienza collettiva. Ma chi dovrebbe preservare quel luogo, non ascolta e non agisce.
Di Rosa: “Una vergogna che si ripete ogni anno”
A denunciare con forza questa ennesima ferita alla dignità della città è Giuseppe Di Rosa, che da anni si batte per riqualificare e dare dignità a questo spazio sacro alla memoria collettiva.
“Da anni denunciamo lo stato in cui versa questo sito, ma ogni anno lo scenario è lo stesso. Tutto viene ignorato fino a pochi giorni prima della commemorazione, poi qualche rattoppo e via. È inaccettabile.”
Di Rosa evidenzia come l’amministrazione comunale sia rimasta del tutto inerme, nonostante le richieste e segnalazioni continue. L’area, secondo quanto documentato, non viene curata regolarmente, come invece dovrebbe per un sito di tale importanza storica e spirituale.
Capitale della Cultura, ma senza memoria?
Siamo nel 2025 e Agrigento è Capitale Italiana della Cultura. Ma cosa significa questo titolo se nemmeno il luogo dove il Papa parlò alla coscienza dei siciliani viene mantenuto con decoro?
Lo spiazzo di Piano San Gregorio, a due passi dalla Valle dei Templi, dovrebbe essere un luogo di memoria, riflessione e rispetto, visitabile ogni giorno dell’anno da studenti, turisti, cittadini. E invece, è un esempio plastico di incuria e dimenticanza, in un momento storico in cui la città avrebbe bisogno di mostrare il meglio di sé al mondo.
Verso il 9 maggio: serve rispetto, non passerelle
Tra poco più di un mese, il 9 maggio, Agrigento tornerà a commemorare la visita di Giovanni Paolo II. Ma l’impressione, come ogni anno, è che solo all’ultimo minuto qualcuno si ricorderà di mandare operai a tagliare le erbacce, per salvare la faccia in vista delle celebrazioni.
“Quello spazio merita di essere rispettato 365 giorni l’anno, non solo alla vigilia delle cerimonie”, ribadisce Di Rosa.
E in attesa di risposte dalle istituzioni, a parlare sono le immagini: una città che dimentica i suoi simboli, tradisce sé stessa.
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